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tempo di Pironi, Villeneuve decolla sulla
gomma posteriore della March di Jochen
Mass; la sua 126C2 si disintegra al suolo e
Gilles non ha scampo. Purtroppo anche per
Pironi, ci sarà un drammatico destino.
Sempre in qualifica, sul circuito di Hocken-
heim, il francese dopo poche settimane dal-
la morte di Gilles, finisce violentemente
contro la Renault di Alain Prost, fratturan-
dosi entrambe le gambe. Uno schianto che
porrà fine alla sua carriera in F.1. Decisa-
mente più armoniosa la convivenza tra
Michele Alboreto e Gerhard Berger nel
biennio 1987-1988. I due sono protagonisti
anche di una fantastica doppietta l’11 set-
tembre 1988, quando a Monza trionfano in
parata, negando allaMcLaren-Honda della
coppia Senna-Prost il record di vincere tutti
i Gran Premi in calendario.
QUELLA “STRETTA” DI
MANSELL A PROST
I venti di guerra tornano però a soffiare nel
1990, quando Alain Prost, arriva a Mara-
nello per far coppia conNigel Mansell. Sen-
za dubbio si tratta di un vero e proprio “dre-
am team”, ma anche per un direttore spor-
tivo esperto come Cesare Fiorio, i problemi
affiorano sin da subito. Tra il “leone ingle-
se” ed il “Professore transalpino”, le scintil-
le culminano nel Gran Premio del Portogal-
lo, quando in partenza Mansell stringe
Prost verso il muretto dei box. Una mano-
vra che vanifica la prima fila tutta Ferrari e
che permette alleMcLaren di Ayrton Senna
e Gerhard Berger di prendere il comando.
Dalla quinta posizione Prost concluderà
terzo, alle spalle di Senna e di Mansell che
vincerà la gara. Un trionfo rosso, che però
penalizzerà Prost nella lotta al titolo contro
Senna, che alla fine festeggerà il suo secon-
do mondiale, dopo aver speronato “il Pro-
fessore” in partenza a Suzuka. Clima diste-
so, ma senza grandi acuti, tra Jean Alesi, il
“francese di Alcamo” e Berger, tornato a
Maranello, nel triennio che va dal ’93 al ’95.
Dal 1996 invece, ecco la svolta. A salire sulla
rossa è il nuovo astro nascente del Circus,
il tedesco Michael Schumacher. L’arrivo
del due volte iridato cambia anche gli equi-
libri all’interno della squadra, che punta
tutto sul tedesco, a cui viene affiancato un
“valente scudiero” di turno. Una sorta di
sudditanza che a lungo andare mina il pro-
sieguo della permanenza a Maranello, pri-
ma dell’irlandese Irvine e poi del brasiliano
Barrichello. Memorabile l’arrivo del GP
d’Austria del 2002, quando Barrichello
dopo aver condotto in testa la corsa, cede
platealmente sul rettilineo d’arrivo la vitto-
ria al “Kaiser”, dopo i ripetuti appelli via
radio del team manager Jean Todt, al fine
di assicurare punti preziosi a Schumi, in
funzione della classifica.
MASSA GENTILE
CON KIMI E FERNANDO
Il dopo-Schumacher è all’insegna di una
nuova coppia di giovani tanto promettenti
quanto ambiziosi. Sono il brasiliano Felipe
Massa, nell’orbita della rossa dal 2003 e
promosso pilota ufficiale nel 2006, e Kimi
Raikkonen. Il finlandese è un personaggio
schivo, di pochissime parole, ma quando
scende in pista fa registrare tempi record.
Non a caso vince il suo primo Gran Premio
con la Ferrari già all’esordio in Australia.
Nel corso della stagione, i due non si osta-
colano e quando Massa è chiamato a cede-
re la leadership nella gara di casa in Brasi-
le, al compagno in lotta per l’iride contro
le due Frecce d’Argento di Alonso e Hamil-
ton, non esita e Kimi diventa il Campione
del Mondo 2007; al suo primo anno alla
corte del Cavallino. E anche la stagione
dopo, quando sarà Felipe a contendersi il
titolo contro Hamilton, Kimi non storcerà
il naso nel piegarsi alla ragion di squadra.
Uno sforzo vanoperò, visto che l’inglese
della McLaren Mercedes, avrà la meglio su
Massa, all’ultima tornata del G.P. di Inter-
lagos. Con l’ingaggio di Alonso, a partire
dal 2010, le gerarchie appaiono chiare sin
da subito, con il bi-campione asturiano
prima guida. Massa cerca in qualche occa-
sione di tenere botta, ma senza successo.
Nel Gran Premio della Cina 2010, lo spa-
gnolo si fa largo all’entrata della corsia box
in modo alquanto deciso, costringendo il
brasiliano a mettere le ruote sull’erba. E
sempre in quello stessomondiale, nel Gran
Premio di Germania ad Hockenheim, vista
la resistenza di Massa a non cedere la lea-
dership al compagno, il pit-wall provvede
a segnalare via radio a Felipe che Fernan-
do… è più veloce di lui. Immediato il ral-
lentamento del brasiliano, che spalanca le
porte del successo allo spagnolo, in corsa
contro Vettel per il titolo. Sono inmolti ora
a chiedersi, come saranno i nuovi equilibri
all’interno della rossa con due campioni
iridati. Chissà come si comporteranno
Kimi, o Fernando davanti alla fatidica
richiesta di piegarsi nell’interesse della
scuderia? Un compito non certo facile per
il Stefano Domenicali.
Regazzoni
e Lauda
Prost
e Mansell
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