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FIA F.3
RENÉ ROSIN
Eppure in passato non sonomancate
le difficoltà nei team che lavoravano
insieme a Ferrari Driver Academy...
"Per gli altri non posso parlare, ma in Pre-
ma davvero non ce ne sono. C'è un rapporto
apertissimo, in cui se c'è un disaccordo di
qualunque tipo questo viene subito ester-
nato, da entrambe le parti. E poi c'è una col-
laborazione fittissima, basata su una gran-
de fiducia e uno scambio di dati totale che
alla fine va a vantaggio di tutti. Tra l'altro
gli uomini Ferrari sono stati apertissimi
anche verso i piloti non FDA: senza nessun
indugio hanno esteso il programma di trai-
ning mentale anche a Luca Ghiotto, e lo
stesso Ghiotto in un weekend di gara si è
trovato addirittura Baldisserri come inge-
gnere di pista, per sostituire un nostro
uomo che era assente".
Parliamo dell'ALPS: mancavate dai
campionati Renault dal 2008, ma
nonostante questo siete tornati in
grande stile, vincendo tutte le gare
del campionato. Come è stato possi-
bile in un contesto così competitivo?
"Da anni, come team, diamo grande impor-
tanza alla forza del gruppo, che per noi con-
ta quanto l'assetto della vettura. Avere un
teamdi lavoro stabile, fatto di uomini validi
che lavorano insieme da anni, riduce deci-
samente il tempo necessario per l'adatta-
mento quando si entra in una nuova cate-
goria, e lo abbiamo visto proprio quest'an-
no in F.Renault 2.0. Poi certo, credo che
anche la nostra esperienza in un contesto
competitivo come la F.3 europea abbia aiu-
tato. Gli strumenti di analisi che abbiamo a
disposizione sono diversi rispetto a quelli
di un team medio di Eurocup e ALPS, e
quando si lotta sui millesimi tutto conta".
Torniamo alla F.3: dal prossimo
anno oltre a Mercedes e VW arrive-
ranno i motori Renault. Non c'è il
pericolo che la lotta tra i motoristi
porti a un'escalation dei costi?
"Credo che per il livello di competitività che
ha raggiunto la F.3 europea l'impegno dei
costruttori sia fondamentale, per cui dal mio
punto di vista Renault è più che benvenuta.
Inoltre, non credo che il campionato corra
dei rischi, perché tutto sta andando nella
giusta direzione. Ho apprezzato molto il
lavoro fatto da Berger e dalla FIA, che a mio
avviso hanno identificato correttamente
quello che era il problema negli anni 'bui'
della F.3 Euroseries, cioè la presenza di un
altro campionato dello stesso livello come la
F.3 inglese. Capisco il disappuntodi tanti per
il ridimensionamento che ha subìto la serie
britannica, ma era necessario per noi avere
un europeo forte. E’ inutile girarci intorno,
sulmercatononci sono60piloti conunbud-
get da circa 600.000 euro interessati alla
F.3, per cui i due campionati non facevano
altro che cannibalizzarsi a vicenda".
E la F.4? Alla fine dopo tanto trambu-
sto sembra che l'unico Paese in cui
prenderà il via sarà proprio l'Italia.
Ha senso per te che sia lo Stivale a
fare da cavia?
"Può avere senso, se si considera che a livel-
lo di monoposto nel nostro paese non era
rimasto nulla dopo la morte della F.3 e la
lenta agonia della F.Abarth. Noi potremmo
anche essere al via, ma l'importante è che
si faccia tesoro degli errori del passato. Una
cosa come quella accaduta alla Abarth, con
50macchine in griglia nella prima stagione
ridotte ad appena 15 il secondo anno, non
deve più ripetersi. Ad ACI Sport non è mai
mancata la voglia di sperimentare quindi la
scelta di fare la F.4 è in linea con la loro sto-
ria, ma a questo dovranno affiancare una
buona gestione".
Lucas Auer
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