Italiaracing.net Magazine - page 38

38
NASCAR
BOBBY HAMILTON
Marco Cortesi
Bobby Hamilton aveva iniziato presto a
guidare per vivere. Certo, non era esatta-
mente una NASCAR, né una stock car. Per
racimolare un po’ di soldi e costruirsi una
carriera da sogno nel motorsport, Hamil-
ton pennellava traiettorie con uno scalcina-
to carro attrezzi per le strade del Nashville,
facendo quello che è conosciuto negli USA
come repo (repossession). Detto in modo
meno esotico, cercava le auto con rate non
pagate e se le portava via. Con un nonno ed
un padre entrambi nel motorsport, prima
da piloti e poi da meccanici, aveva visto la
sua passio-
ne nascere
molto pre-
sto, spen-
dendo buo-
na
parte
dell’adole-
scenza con
la testa sot-
to il cofano ed i sogni dietro ad un volante.
A prima vista, non sembrava avere speran-
ze di una gran carriera come pilota, data
anche la storia più votata alla meccanica
della sua famiglia. Hamilton aveva mosso i
primi passi al Nashville Fairgrounds Spe-
edway, la stessa pista che aveva portato alla
ribalta il suo eroe Darrell Waltrip. Andava
forte anche se, pur con due titoli locali in
tasca, le suo risorse non gli avrebbero mai
consentito di sfondare. A volte però, le
strade del destino sono infinite, specie in
un’America dove non sai mai davvero cosa
puoi trovare dietro l’angolo. Fast forward,
1989. La Paramount ha l’idea giusta per un
film sulla NASCAR che diventerà di culto
tra gli appassionati. Una pellicola diretta da
Tony Scott, lo stesso di Top Gun, e inter-
pretata da Tom Cruise. Days of Thunder,
Giorni di Tuono. La trama è lontanamente
ispirata alla storia di uno sfortunato pilota,
Tim Richmond, e al suo approccio con un
team alle prime armi che sembrava desti-
nato a grandi cose, l’HendrickMotorsports.
Eccome se ci sono arrivati a fare grandi
cose. Proprio la squadra di Rick Hendrick
viene in aiuto, offrendosi di preparare le
vetture per le riprese e di portarle in pista,
durante delle gare vere. Si vuole grande
realismo e non viene lasciato nulla al caso,
tanto che serve un pilota vero. Darrell Wal-
tripnel frat-
tempo
è
d i v en t a t o
uno
dei
nomi più
p o p o l a r i
sulla piaz-
za,
corre
per Hen-
drick, ma le gare locali a Nashville non le
ha mai mollate. Deve fare un nome e lo fa.
Bobby Hamilton esordisce così nella
NASCAR Winston Cup a Phoenix 1989.
Guida la Chevrolet tutta nera dell’anti-eroe
Rowdy Burns, e si presenta con la stessa
determinazione del suo personaggio. Gli
hanno chiesto il realismo? E realismo
abbiano. Tanto per gradire, stampa il quin-
to tempo in qualifica. Non nel film, ma per
davvero. Gli altri piloti di Hendrick sono
dietro, Waltrip incluso. In quel preciso
momento, Bobby sa che ce l’ha fatta. In
gara va addirittura in testa, lotta per la vit-
toria, ma non è pensabile che unamacchina
di scena metta a rischio chi corre per il tito-
lo. La decisione arriva ad Hamilton via
radio. C’è anche un problemino al motore,
per oggi abbiamo finito le riprese, ci fer-
miamo. La storia farà il giro del mondo, ma
va bene così. Dopo Phoenix, Hamilton è
confermato per Daytona, e si schiera sulla
Lumina giallo/verde del trionfo finale di
Cruise. Il gioco è fatto. Nel 1991 arriva il
contratto con il team Tri-Star e nel 1995 il
passaggio alla Petty Enterprises sulla
numero 43 che era stata di Richard Petty.
Nel 1996, Hamilton la riporta al successo
ed entra nella top-10 in classifica. Non
accadeva dai tempi del patron, il “re”. La
sua carriera è ricca di soddisfazioni. Vince
altre tre volte, passando ai teamMcClure e
Petree, prima di ritirarsi dalla massima
serie nel 2002. Ragionevole come sempre,
non è pronto alla pensione e si è preparato
mettendo in piedi un proprio team nella
Truck Series. Detto fatto. Nel 2004, anni
luce dopo le performance per carro attrezzi,
un altro truck gli regala il primo, sudato e
sospirato titolo. Al termine di un'incredibi-
le parabola, Bobby Hamilton a 47 anni por-
ta a casa il trofeo più importante. E' così che
finisce la storia. Già perché il biondone
buono non c’è più, se n’è andato il 7 gennaio
del 2007 a 49 anni. Troppo forte e infame
l’ultimo avversario. Senza di lui, non
sopravvive nulla. Il team si dissolve, anche
per problemi di eredità, ed il figlio Bobby
Jr, che nel frattempo si era fatto strada nel
mondo delle corse, decide perfino di smet-
tere. Forse perché, come sospettava a volte
il vecchio, il suo cuore non era davvero nelle
corse. O forse perché non è semplicemente
andata. Sai com’è, il momento ed il posto
giusto cambiano una carriera, e spesso una
vita.
1...,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37 39,40,41,42,43,44,45,46,47,48,...68
Powered by FlippingBook