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FORMULA 1
LA TECNICA – V8 3. PUNTATA
MCLAREN MP4/23
BANDITE INUTILI RIVOLUZIONI
Più passa il tempo, più Ferrari e McLaren finiscono per assomigliarsi. Se nel 2007, la
famosa stagione dei complotti e della “spy-story”, la MP4/22 e la F2007 differivano
in molte aree e soprattutto sulla lunghezza del passo, nel 2008 i due team agiscono
in maniera diametralmente opposta. Così, mentre la Ferrari accorciava il passo della
F2008 di 3/5 centimetri, la compatta McLaren lo aumentava quel tanto che basta
per allinearsi ai valori della rossa. Per il resto i tecnici di Paragon, guidati
da Tim Goss, il responsabile del progetto 2008, non inseguono inutili
rivoluzioni, al contrario si concentrano sullo sviluppo di un modello
che nel 2007 aveva dimostrato di essere estremamente competi-
tivo, sviluppandolo in quelle aree suscettibili di miglioramento
e in funzione delle nuove norme che entrano in vigore nel
2008. Niente rivoluzioni, dunque, in casa McLaren, ma uno
sviluppo ponderato e coerente con le linee guida del passato.
Come per tutti gli atri teamdi punta, l'aerodinamica è al cen-
tro dell'attenzione dei tecnici di Ron Dennis, al fine
di minimizzare con l'incremento della depor-
tanza gli effetti negativi indotti dalla messa
al bando del controllo della trazione. Anche
se all'apparenza le monoposto del 2007 e
del 2008 sono simili, le differenze tra la
vecchiaMP4/22 e laMP4/23 nonmancano
e interessano un po' tutte le aree del proget-
to. A partire dal musetto, per proseguire con la
conformazione delle fiancate (le più "scavate" del
lotto) e soprattutto delle infinite appendici laterali (boo-
merang, deviatori di flusso), disseminati nella zona a
cavallo tra le ruote anteriori e il bordo d'attacco delle fian-
cate. Moltomeno rilevanti invece lemodifiche sotto il vesti-
to. Bloccato per regolamento lo sviluppo del motore, si è
lavora sulla miniaturizzazione della trasmissione e sull'affi-
namento delle sospensioni, che rimangono uno dei punti di for-
za della McLaren. Almeno in qualifica dove per buona parte della sta-
gione la McLaren riusciva a mandare prima e meglio in temperatura le gomme.
In gara, invece, la situazione si capovolgeva, con la Ferrari che da inseguitrice si tra-
sformava spesso in lepre. Lo stesso dicasi per lo sviluppo della monoposto che, dopo
la vittoria iniziale di Melbourne, vede per diverso tempo la monoposto anglo-tedesca
inseguire le rosse di Maranello. Per l’esattezza fino al Gran Premio di Inghilterra, che
segna l’inizio della riscossa delle vetture argento che nella fase centrale del campio-
nato. Merito di un lavoro di cesello che interessa un po’ tutte le aree della monoposto,
micro-aerodinamica in testa.
AERODINAMICA ANTERIORE ESASPERATA
Messe a confronto la McLaren MP4/22 del 2007 (parte destra del disegno) e
la MP4/23 del 2008 mostrano le comuni radici, ma anche le sostanziali diffe-
renze tra i due modelli. A partire dal musetto, più stretto, più arrotondato e
meno incurvato rispetto a quello della contestata “spy-story”. Diverso anche
il disegno dei tre ampi profili alari anteriori e dell'appendice superiore a "pon-
te", che collega le paratie laterali. A proposito del “bridge” introdotta nel 2007
dalla McLaren e poi copiato da numerosi team (Red Bull, Toyota, Williams e
Renault in primis), alla vigilia del Gran Premio d’Australia, gara d’apertura
della stagione, il team inglese ne affina ulteriormente il disegno, introducendo
due piccole "soffiature" verso l'esterno, al fine di velocizzare il flusso d'aria che
ne lambisce la parte superiore.
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