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FORMULA 1
RED BULL
Massimo Costa
Le facce erano di quelle dei giorni peggiori,
che raramente, a dire la verità, sono stati vis-
suti in casa Red Bull negli ultimi anni. Qual-
che ritiro di tanto in tanto, qualche scara-
muccia tra i piloti Sebastian Vettel e Mark
Webber. Ecco, questo provocava aria pesante
nei box Red Bull, ma presto tutto svaniva per
via delle coppe del vincitore ottenute a ripe-
tizione che il tedesco portava nella sede di
MiltonKeynes. AJerez però, nei test collettivi
dello scorso fine mese, i musi lunghi si sono
visti per quattro giorni consecutivi. Anche se
l’arrivo di Dieter Mateschitz aveva in parte
mitigato l’aria cupa che si respirava, portan-
do un po’ della sua tradizionale giovialità.
Però, la RB10 proprio non ha funzionato. In
quattro giorni, Vettel ha totalizzato 11 giri
pari a 48 km mentre Daniel Ricciardo ha
coperto 10 tornate per un totale di 44 km. In
due non sono arrivati a 100 chilometri. Abi-
tuati a non avere praticamente mai gravi
inconvenienti nei test pre stagione, si può
capire come l’allarme rosso sia stato costan-
temente acceso. Dapprima, il ritardo era sta-
to dovuto a un errato montaggio di alcuni
pezzi finali che andavano a costituire laRB10,
poi il dramma tecnico sportivo. Le ragioni
vere che hanno tormentato la Red Bull pro-
babilmente le conoscono soltanto Adrian
Newey e pochi altri. Anche se Christian Hor-
ner, il teamprincipal, proprio oggi (lunedì 10
febbraio) ha dichiarato che la situazione è
sotto controllo e che non sono preoccupati
piùdi tanto.Ma cosaha creato i continui rien-
tri ai box, e le lunghe soste, in quel di Jerez?
A ritrovarsi sul banco degli imputati è stata la
Renault per la fornitura di batterie e centra-
line. Che proprio non ne hanno voluto sapere
di funzionare. Il costruttore francese si è pre-
so le colpe, ma le ha anche rispedite, in sor-
dina, al mittente Red Bull. Infatti, non è
escluso che uno dei motivi che mandavano in
tilt labatteria fossedovutoal posizionamento
sotto la carrozzeria. Del resto, le stesse com-
ponenti in uso al team Caterham hanno fun-
zionato meglio. Dunque, le vibrazioni scate-
nate dalla RB10 avrebbero innescato una
serie di problemi che hanno bloccato Vettel e
Ricciardo. Difficile però, come si pensava,
pensare a un surriscaldamento perché la
monoposto di Newey ha percorso così pochi
giri che sembra impensabile ridurre tutto
all’eccessivo calore sprigionatosi. Rispetto a
Ferrari e Mercedes, che hanno in casa il
motorista, Renault ha lavorato a “distanza” e
questamancanza di simbiosi potrebbe essere
un’altra causa da non sottovalutare. Gary
Anderson, ex direttore tecnico della Jordan
F.1, ed ora apprezzato consulente tecnico per
il settimanale inglese Autosport, non ha per
nulla scartato l’idea che Newey si sia spinto
un po’ troppo in là nella realizzazione della
nuova Red Bull. Una fase difficile, caratteriz-
zata da nuovi e non facili regolamenti da
interpretare che in un certo senso hanno
spezzato il filone vincente delle ultime RB.
Costringendo tutti a ripartire da zero. Ander-
son ha detto una cosa interessante: “Nel
dizionariodi Newey non è compresa la parola
compromesso”. Che è quella che ogni tanto
andrebbe messa sul piatto per far funzionare
al meglio le cose. Il mago della Red Bull nella
sua carriera ha collezionato anche alcune
monoposto facilmente dimenticabili. Tra tut-
te la McLaren MP4-18 del 2003 e la MP4-21
del 2006, progettata ma non sviluppata in
quanto passato nelle file della Red Bull pro-
prio quell’anno. Volete proprio che la RB10
sia nata così male? Oppure già dal Bahrain
Vettel e Ricciardo potranno tirare un bel
sospiro di sollievo facendo tornare il mal di
testa agli avversari?
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