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FORMULA 1
TEST AD AL SAKHIR
Massimo Costa
Otto giorni di test tra Jerez ed Al Sakhir e
né Sebastian Vettel né Daniel Ricciardo
sono riusciti con la disastrosa Red Bull
RB10-Renault a ottenere un riferimento
cronometrico decente, da monoposto di
F.1. La conferma, sportivamente dramma-
tica, arriva dai tempi, dai tabulati. Poco
meno di un anno fa, la pole della tappa GP2
in Bahrain segnata da Fabio Leimer era
stata di 1’39”427. Ebbene, Ricciardo sulla
medesima pista la scorsa settimana ha
ottenuto come miglior crono 1’39”837
mentre Vettel si è fermato a 1’40”224.
Rispettivamente con quarantatre e settan-
tatre giri. Il team campione del mondo e il
motorista iridato non riescono a essere più
rapidi di una Dallara GP2. Soltanto Cater-
ham e Marussia hanno fatto peggio, men-
tre la Lotus che pure ha disertato le prove
andaluse ed ha lo stesso motore della Red
Bull, è riuscita a essere più veloce di 1”
(mica tanto, ma è già qualcosa) di Ricciar-
do, il migliore del team di Milton Keynes.
Che in quattro giorni ha totalizzato cento-
sedici giri, esattamente duecento in meno
della Mercedes. E con la disastrosa ultima
giornata nella quale Ricciardo nella matti-
nata di sabato lo si è visto brevemente in
pista, appena quindici tornate, per poi
venire inghiottito all’interno del box. Moti-
vo? La solita power unit Renault che
costringe la RB10 a fermarsi. O viceversa.
Problemi di telemetria, la voce ufficiale,
cui sono seguiti problemi meccanici senza
uscire dal garage e la scoperta di danni alla
carrozzeria. Inspiegabili, a dire la verità.
Ricciardo anche venerdì al mattino si era
bloccato, dopo venticinque giri per la solita
PU (abbreviamola così) che faceva i capric-
ci. E quando i pazienti meccanici l’hanno
rimessa in sesto, Ricciardo dopo tre volte
che è transitato davanti ai box è rimasto col
cambio in mano. Si fa per dire… Per fortu-
na che l’australiano è un tipo dotato di for-
te senso dell’umorismo: “Se andiamo male
nelle prime cinque gare, poi vinciamo le
seguenti dieci, a chi importa più dei pro-
blemi che stiamo soffrendo in questi
test?”.
Già, le capacità di ripresa della Red Bull e
della Renault sono sempre state notevoli
ed è bene non sottovalutarli. E il campio-
ne del mondo come la sta prendendo?
Vettel è salito in macchina nei primi due
giorni ed ha avuto un po’ più di fortuna
del suo nuovo compagno di squadra per-
correndo un maggior numero di chilome-
tri. Ma le prestazioni non sono state un
granché, anzi. Lontanissimo da quei rivali
che fino a pochi mesi fa sconfiggeva e
umiliava in pista. Vettel tenta di non
abbattersi, non fa che ripetere che per
quei pochi giri effettuati la RB10 sembra
reagire bene alle sue “richieste”. Ma come
si può giudicare una monoposto che gira
sette secondi più lenta delle attuali
migliori? E che, come detto sopra, è addi-
rittura più lenta di una GP2 il cui costo in
rapporto è di uno a cento. Vettel spiega
che le colpe sono da dividersi a metà tra
Red Bull e Renault e che il problema delle
temperature alte sembra persistere.
“Risolto un inconveniente ne sbuca un
altro”, dice con una punta di amarezza. Ed
è quel che è accaduto a lui e anche a Ric-
ciardo nelle due giornate successive. Il
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