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FORMULA 1
TEST AD AL SAKHIR
confermato dal direttore delle operazioni
in pista Alan Permane: "Nell'ultimo giorno
abbiamo girato con una certa costanza e
questo ci ha permesso di fare valutazioni
di tipo aerodinamico e lavorare sulle map-
pature e i settaggi dei vari sistemi della
Power Unit. Sappiamo di essere ancora
nelle prime fasi delle comprensione delle
caratteristiche della nostra monoposto e
che c'è tanto lavoro da fare, ma l'ultimo
giorno è stato il più produttivo per noi".
Tarature e mappature, mentre tra la con-
correnza c'è chi già simula la qualifica: a
Enstone devono accontentarsi di poco, ma
hanno tra le mani una vettura che sembra
essere nata sana, senza difetti di progetta-
zione evidenti. Non è molto, ma è più di
quanto in questomomento possano dire in
altri lidi, peraltro ben più blasonati.
I tempi
Pastor Maldonado – 1’38”707 – 85 giri
Romain Grosjean – 1’41”670 – 26 giri
germente minore la Ferrari, stanno
costruendo il proprio vantaggio in vista di
Melbourne. Accumulando chilometri sen-
za soluzione di continuità stanno infatti
iniziando a spostare l'attenzione dai pro-
pulsori (con annessi e connessi) ai limiti
prestazionali delle loro vetture, limiti che
iniziano ad esplorare lavorando sugli
assetti da qualifica e da gara.
Quanto sia lontana questa fase per la
Lotus, lo chiariscono perfettamente le
parole di Romain Grosjean una volta sceso
dalla E22: "Il nostro obiettivo prima di
Melbourne è assicurarci che la macchina
stia insieme. Il lavoro di set-up? Lo faremo
direttamente nelle prove libere in Austra-
lia, per ora dobbiamo assicurarci di essere
in grado di completare un long-run". La
Lotus è in netto ritardo perché i primi test
dell'era V6 del Circus sono caratterizzati
da un andamento che ricorda in tutto e per
tutto quello del circolo virtuoso: più si rie-
sce a girare, più si scovano problemi, ine-
vitabili su sistemi caratterizzati da così
tante novità. Più questi problemi vengono
risolti, più si riesce a girare, avvicinandosi
così al limite della macchina. Più ci si avvi-
cina al limite, e più si alza la probabilità di
incontrare altri problemi, impossibili da
riscontrare quando la monoposto, magari
sfruttata al 50-60 per cento, era meno sol-
lecitata.
La maggior parte dei team ha affrontato
buona parte di questo circolo a Jerez, men-
tre la Lotus si è trovata a doverlo gestire
direttamente in Bahrain. Così il primo
giorno sono arrivati gli inevitabili guai con
la Power Unit Renault, relativi in partico-
lare alla pressione ballerina del turbo e al
pacco batterie, che ha dovuto essere sosti-
tuito (operazione che richiede diverse ore
visto che per accedere alla zona del serba-
toio dove è montato bisogna smontare
mezza vettura). Nel corso del giorno due si
sono poi succeduti problemi di installazio-
ne e di gestione software mentre la terza
giornata ha visto l'apparizione di seri pro-
blemi al cambio non appena Maldonado
ha iniziato ad aumentare il passo. Le parti
di ricambio per risolvere il problema sono
dovute arrivare direttamente da Enstone
per via aerea, e finalmente nella giornata
di sabato il pilota venezuelano è riuscito a
girare con una certa costanza.
Ecco, se c'è un lato positivo da cogliere nel-
la quattro giorni della Lotus in Bahrain è
questa. Più della metà dei chilometri
coperti nel test, per la precisione 59 giri, è
stata completata nell'ultima giornata, a
riprova del fatto che la direzione presa è
senza dubbio quella giusta e che si può
tirare il primo sospiro di sollievo, come
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