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FORMULA 1
TEST AD AL SAKHIR
Filippo Zanier
Se Miton Keynes piange, Faenza non ride.
E non potrebbe essere altrimenti perché da
quest'anno le due squadre "cugine" condi-
vidono la stessa Power Unit Renault, e con
essa tutte le sue attuali debolezze. Di certo,
quando nel 2013 venne annunciata la scel-
ta della Toro Rosso, obbligata visto chemai
Ferrari avrebbe condiviso i dettagli del pro-
prio nuovo V6 con un team così legato ai
rivali della Red Bull, le unità costruite a
Viry-Chatillon erano vincenti e nessuno
avrebbe potuto immaginare un così repen-
tino mutamento delle forze in campo. La
situazione odierna però parla chiaro, e
vede il team guidato da Franz Tost forte-
mente limitato dal ritardo accumulato da
Renault nello sviluppo dei suoi propulsori.
Che questo sia dovuto alla scarsa esperien-
za del costruttore francese in tema di Kers,
come ad esempio sostiene Christian Hor-
ner, o a requisiti di raffreddamento troppo
esosi come accusa Adrian Newey, conta
poco almeno finché questa ipotetica consa-
pevolezza non si tradurrà in soluzioni. Per
ora non se ne vedono di reali, e radio-pad-
dock racconta che per evitare di trasforma-
re la quattro giorni di prove in un barbecue
permanente gli ingegneri Renault abbiano
fatto girare i V6 in modalità "sicura", con
un margine di 100-150 Cv sui livelli di
potenza ritenuti ideali.
Non è comunque bastato, perché alla fine
dell'ultimo giorno di prove la Toro Rosso
aveva ricavato dalle prove negli Emirati
solo 139 tornate. Certo, sono due in più di
quelle che la Red Bull è riuscita a percor-
rere mettendo insieme Jerez e Al Sakhir,
ma la situazione oggettivamente dramma-
tica dei "cugini" non basta a sollevare il
bilancio di una squadra che allo stato
attuale delle cose conosce ancora molto
poco della sua STR9. I problemi sono ini-
ziati mercoledì, quando Daniil Kvyat è sta-
TOR
1...,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37 39,40,41,42,43,44,45,46,47,48,...84
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