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INDYCAR
IL PUNTO
IL MIGLIORE
DIXON CONVINCE PIÙ DI POWER
Will Power ha finalmente vinto un titolo. Ma è finalmente evoluto verso la maturità? Da
ciò che si è visto durante la maggior parte della stagione sembrerebbe di no. Le penalità,
gli errori gratuiti e le difficoltà nel gestire la pressione si sono viste ancora, e solo Fonta-
na lascia un briciolo di speranza. Power ha semplicemente "raccolto" le difficoltà del team
Ganassi e gli innumerevoli regali che gli hanno fatto gli avversari. In grado di sbagliare
perfino di più. Per questo Scott Dixon è il miglior pilota dell'anno. Se la scuderia di Chip
Ganassi si fosse svegliata anche solo un mese prima, il neozelandese sarebbe stato deva-
stante, come nel 2013. Sempre velocissimo e dalla visione tattica perfetta, ha le capacità
di correggere i problemi della sua squadra. Secondo molti è, a pieno titolo, il miglior pilo-
ta della storia IndyCar. I tre soli campionati conquistati non gli rendono giustizia e, se gli
"uomini in rosso" riusciranno ad evitare il solito calo di inizio stagione, il 2015 sarà anco-
ra il suo anno.
FLOP
RAHAL NON CRESCE MAI
Dall'altro lato della barricata giace, ed è proprio il caso di dirlo, Graham Rahal. Un dato
su tutti. Sia Mikhail Aleshin che Jack Hawksworth hanno saltato una gara che assegna-
va doppi punti (rispettivamente Fontana e Pocono) ed entrambi hanno terminato davan-
ti a Rahal. Certo, anche a Takuma Sato, ma almeno il giapponese ha la scusante di cor-
rere per un team che non ha il potenziale della "corazzata" Rahal. Il nuovo e munifico
sponsor, il personale portato via ad altri team e il celebrato ingegnere Michael Cannon
non sembrano aver portato i risultati sperati, ed è facile iniziare a pensare che il proble-
ma possa risiedere da un'altra parte. Tanto più che, quando sulla seconda macchina è
salito Luca Filippi, errori a parte, la differenza si è vista.
Piloti
Sopra, un sorridente Scott Dixon.
Sotto, Michael Andretti con Hunter-Reay
Sopra,
Mikhail Aleshin.
A destra, il
deludente
Graham Rahal
