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SUPER GT
Il racconto
Paddock a misura di gare
Il paddock del Super GT lascia interdetti. Non ci sono le mega-
strutture dei campionati di punta europei e tutto è basato sul-
l’adattamento alla performance. Vi sono tende, con le poche
hospitality presenti realizzate in tono minore. Forse le scuderie
spendono già abbastanza sulle macchine. Ma da questo punto
di vista, il DTM ad esempio è un altro pianeta. Quando arriva
la gente, cambia tutto. Le persone sono super appassionate,
e sono capaci di sedersi sull’asfalto per ore per essere i primi
ad avere l’accesso alla pit-walk. Con “clienti” così affezionati,
si spiega la verticalizzazione commerciale: nel SuperGT non
hanno ancora bisogno di far sentire i fans più bravi dei piloti.
Serve più ottimismo
Il Giappone è posto di grandi pressioni psicologiche, e anche
al team Nismo non si scherza. Dopo le libere si capisce già che
qualcosa non va, con delle Lexus velocissime ed una situazione
di gomme, per le scuderie di casa Michelin, che si fatica ad in-
terpretare. Da lì cambia qualcosa. Il team sembra un po’ per-
dere l’ottimismo. Qualcosa che non deve essere fatto MAI. “It’s
very bad”, dicono. Very bad è quando distruggi due auto in 15
minuti, cosa per altro già accaduta ad altri. Cerco di far notare,
ma niente. Le gare non andranno benissimo (potete leggere il
resoconto su Italiaracing) ma il duo Matsuda/Quintarelli alla
fine troverà nuovamente l’aggressività ed una sicurezza nei
propri mezzi da quadricampioni.
La Nissan Nismo di
Quintarelli e Matsuda