6 Nov [12:04]
Addio a Corrado Provera
Portò Peugeot in cima al WRC
Michele Montesano
Il mondo dei Rally ha perso una figura che ha scritto numerose pagine della specialità, all’età di ottantadue anni ci ha lasciato Corrado Provera. Classe 1941, il torinese è stato il direttore sportivo che riportò Peugeot a conquistare ben cinque titoli iridati nel WRC. Figura carismatica, quanto appassionata del mondo delle competizioni, Provera risiedeva da oltre cinquant’anni in Francia anche dopo aver lasciato il mondo del motorsport.
Laureatosi in giurisprudenza, dopo un breve periodo da giornalista Provera è entrato in Chrysler Italia all’inizio degli anni ’60. Trasferitosi a Parigi, il torinese ha occupato il ruolo di direttore delle pubbliche relazioni dapprima di Chrysler France e poi Europe. Con l’acquisizione da parte del gruppo PSA della filiale della Casa americana, Provera è entrato a far parte della famiglia Talbot e Peugeot gestendo le pubbliche relazioni e il marketing dei marchi francesi.
A cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, l’italiano ha quindi seguito l’approdo di Peugeot in Formula 1 come motorista della Prost Grand Prix. Ma è nel 1998 che a Provera gli è stato affidato l’incarico di Direttore Sportivo di Peugeot Sport con il compito di riportare il marchio nel Mondiale Rally. Sotto la sua guida la Casa transalpina ha conquistato, consecutivamente dal 2000 al 2002, tre titoli costruttori grazie alla velocissima Peugeot 206 WRC, ma anche due iridi piloti per mezzo di Marcus Gronholm e Timo Rautianen nel 2000 e 2002. Provera lasciò l’incarico nel 2005, dopo aver vinto ventisette Rally, anno che segnerà anche il ritiro di Peugeot dal WRC per approdare nell’Endurance.
Toccanti le parole di Gronholm: “Diceva sempre di avere un leone nel cuore ed era vero. Ha portato la Peugeot a vincere numerosi titoli nel WRC prendendosi cura di tutta la squadra. Avevamo un carattere molto simile, spingevamo sempre forte io al volante e lui alla direzione del team. Ricordo ancora il Rally di Svezia, avrei voluto dedicargli la vittoria come personale regalo prima del suo ritiro. Purtroppo, per la troppa foga, commisi un errore e fui costretto alla resa proprio nelle ultime fasi”.