Michele Montesano
Puntuale con l’arrivo del nuovo anno, si riaccendono i motori della Dakar. Giunta alla sua 46ª edizione, il rally raid più famoso del mondo per la quinta volta consecutiva si svolgerà fra i deserti dell’Arabia Saudita. La gara scatterà il 5 gennaio con il Prologo di AlUla e proseguirà per dodici tappe, per un totale di 7891 km di cui 4727 cronometrati, fino a raggiungere le rive del Mar Rosso e tagliare il traguardo nella città di Yanbu’.
Saranno 436 i mezzi che solcheranno i deserti dell’Arabia Saudita tra auto, moto, quad, veicoli leggeri, camion, veicoli classici e l’innovativa categoria Dakar Future. Per quanto riguarda le auto i riflettori saranno puntati sicuramente sul vincitore della scorsa edizione Nasser Al-Attiyah. Dopo aver messo in bacheca cinque trionfi con tre costruttori diversi, il qatariota ha intrapreso una nuova sfida legandosi a Prodrive, struttura che nel 2025 porterà Dacia alla Dakar. Lasciata Toyota, Al-Attiyah quest’anno scenderà in campo con il buggy Hunter T1+ schierato direttamente dal suo team Nasser Racing.
Ancora a caccia del suo primo trionfo nella Dakar, Sebastien Loeb sarà nuovamente al via del rally raid con l’Hunter gestito dal Bahrain Raid Xtreme. Il nove volte iridato WRC nella scorsa edizione è stato tra i protagonisti assoluti vincendo consecutivamente ben sei tappe per concludere la gara proprio alle spalle di Al-Attiyah. Prodrive fornirà altri due Hunter per la squadra brasiliana X Rally Team per Cristian e Marcos Bamgart. Inoltre il YunXiang China Team avrà a disposizione tre buggy per Liu Feilong, Sun Ping e Zi Rong. Da tenere d’occhio anche il due volte vincitore della 24 Ore di Le Mans Romain Dumas che guiderà l’Hunter gestito dal Rebellion Racing.
Orfana di Al-Attiyah, Toyota si affiderà Giniel de Villiers. Il vincitore della Dakar 2019 è stato l’unico pilota confermato nel team nipponico che quest’anno schiererà Lucas Moraes, ottimo terzo al debutto nella passata edizione, e Seth Quintero che nel 2023 ha vinto la classe T3 nel Mondiale Rally-Raid. Altre due Toyota Hilux, aggiornate sia a livello di sospensioni che di carreggiata, saranno affidate agli esordienti Saood Variawa e Guy Botterill. Presente anche un equipaggio tutto tricolore al volante del fuoristrada giapponese composto da Eugenio Amos e, alle note, Paolo Ceci.
Per il terzo anno consecutivo, Audi continuerà a schierare la stessa formazione di piloti. Dall’alto delle sue quattordici Dakar vinte, Stephane Peterhansel è una vera e propria certezza per la squadra tedesca. Anche Carlos Sainz, grazie alle sue quattro affermazioni, può contare una vasta esperienza nel rally raid più famoso del mondo. Infine l’ex campione DTM e WRX Mattias Ekstrom ha impressionato positivamente lo scorso anno sulle dune dell’Arabia Saudita.
Probabilmente alla sua ultima presenza, visto che dal prossimo anno concentrerà tutti i suoi sforzi per l’ingresso in Formula 1, Audi ha evoluto la RS Q e-tron cercando di renderla più affidabile. Inoltre si è cercato di razionalizzare ogni componente del veicolo elettrico, alimentato dal propulsore endotermico, al fine di facilitarne la manutenzione. Il peso complessivo è stato ulteriormente ridotto, oltre ad aumentare la potenza e incrementare l’escursione delle sospensioni.
Ford farà il suo esordio in veste ufficiale nella Dakar. Sebbene quest’anno sia solamente una partecipazione in veste esplorativa, nell’avventura sarà coinvolta anche M-Sport, braccio armato del costruttore americano nei Rally. A guidare il pick-up Ranger T1+, ulteriormente evoluto dalla sudafricana Neil Woolridge Motorsport, ci sarà anche il vincitore del 2014 Nani Roma, oltre a Gareth Woolridge e il privato Martin Prokop che lo scorso anno ha conquistato il sesto posto assoluto. Vietato non citare anche il team X-Raid che schiererà tre buggy Mini per Holowczyc, Zala e Navarro.
Sebbene proponga un chilometraggio complessivo ridotto rispetto lo scorso anno, oltre a un minor numero di tappe, l’edizione 2024 della Dakar vedrà i concorrenti impegnati ad affrontare un maggior numero di tratti cronometrati. Le ostilità si apriranno sulla via dell’incenso con il Prologo di AlUla, città situata a nord-ovest dell’Arabia Saudita. Il percorso, che sarà inedito per circa il 60%, metterà a dura prova i piloti oltre a rendere la sfida ancora più incerta ed emozionante.
Fulcro della 46ª edizione della Dakar sarà la tappa Marathon completamente rivista. Ricavata nel pieno dell’Empty Quarter, la prova ad anello si svilupperà su due giorni per un totale di 584 km cronometrati. Alle 16 locali dell’11 gennaio tutto gli equipaggi saranno obbligati a fermarsi e raggiungere il bivacco più vicino (per l’occasione ne saranno allestiti ben sette). Non solo non verrà dato alcun risultato parziale della classifica, ma spetterà ai concorrenti provvedere alle riparazioni sui rispettivi mezzi. La tappa ripartirà quindi alle 7 del giorno successivo per completare i 766 km complessivi.
Trascorsa la giornata di pausa, la sfida ripartirà dalla capitale dell’Arabia Saudita Riyadh. L’ultima settimana vedrà i superstiti affrontare altre sei tappe. A rendere il tutto più complicato ci penseranno le speciali rocciose e disseminate di pietre che metteranno, ancora una volta, a dura prova la resistenza fisica dei mezzi oltre che degli equipaggi. Nulla dovrà essere lasciato al caso, il percorso è stato studiato affinché anche gli ultimi giorni presentino percorsi tecnici e difficili fino all’ultima prova ad anello, di appena 175 km cronometrati, che porterà i concorrenti a costeggiare il Mar Rosso prima di tagliare l’agognato traguardo di Yanbu’.