Michele Montesano
Con l’arrivo del nuovo anno si riaccendono i motori della Dakar. Giunto alla 47ª edizione, il Rally Raid più celebre del mondo resta in Arabia Saudita per la sesta volta consecutiva. Saranno ancora i difficili e massacranti deserti sauditi a fare da sfondo a una tra le gare più iconiche del motorsport. Stesso palcoscenico ma nuove sfide, il direttore di gara David Castera ha disegnato un percorso in cui saranno la tattica e la strategia di navigazione a fare la differenza.
La Dakar scatterà il prossimo 3 gennaio con il Prologo di Bisha a cui seguiranno 12 tappe per un totale di 7706 km totali, di cui 5146 cronometrati, con i protagonisti che taglieranno il traguardo di Shubaytah venerdì 17 gennaio. Anche quest’anno non mancherà la tappa da 48 ore, con il bivacco notturno nel deserto, così come la prova Marathon, che metterà a dura prova mezzi ed equipaggi, oltre alle pericolose dune dell’Empty Quarter.
Ma la grande novità saranno le tappe in cui auto, moto e camion, per motivi di sicurezza, affronteranno diversi percorsi. Per circa il 45% della Dakar i protagonisti delle due e quattro ruote si cimenteranno su strade differenti. Ciò significa che la navigazione ricoprirà un ruolo cruciale, perché le vetture non potranno seguire le tracce lasciate in precedenza dalle moto. Proprio in queste circostanze gli eventuali errori potranno rivelarsi determinanti per il prosieguo della gara.
La 47ª edizione della Dakar prenderà ufficialmente il via il 3 gennaio 2025 con i 29 km cronometrati del Prologo di Bisha, a sud dell’Arabia Saudita, in cui verranno decise le posizioni di partenza della prima tappa. La gara entrerà nel vivo il giorno successivo con il percorso ad anello di 412 km cronometrati con partenza e arrivo nuovamente a Bisha. Neppure il tempo di ambientarsi che la Dakar, il 5 gennaio, presenterà subito la tappa da 48 ore con percorso differenziato tra auto e moto. Gli equipaggi nella prima frazione, allo scoccare delle ore 17, dovranno giungere al più vicino bivacco, dove trascorreranno la notte, per poi ripartire la mattina seguente e giungere, dopo 971 km cronometrati, nuovamente a Bisha.
Seguirà una tappa più 'tranquilla' che, dopo 496 km cronometrati, porterà la carovana ad Al Henakiyah. Il percorso molto veloce permetterà agli equipaggi di potersi riprendere prima di affrontare la Marathon. Contrariamente a quanto visto nelle edizioni passate, quest’anno si è deciso di mettere subito alla prova la resistenza di uomini e mezzi. Seguiranno la tappa che da Al Henakiyah porterà ad Al Ula, caratterizzata da un terreno vulcanico, e la successiva prova che condurrà ad Ha’il, entrambe potranno fare da spartiacque per l’esito finale della Dakar. Sarà proprio la città-oasi, situata nella regione nord-occidentale dell’Arabia Saudita, ad ospitare la giornata di riposo prevista il 10 gennaio.
Completati i primi 2751 km e recuperate le energie, l’azione riprenderà l’11 gennaio. Le prime tre tappe, della seconda settimana, saranno cruciali per l’esito finale della Dakar. La prima in particolare, lunga 606 km cronometrati, sarà divisa in due sezioni: la prima rocciosa e la seconda più sabbiosa fino all’arrivo di Al Duwadimi. Seguirà una tappa ad anello, in cui auto e moto avranno nuovamente percorsi separati, prima di giungere a Riyadh. Lasciata la capitale saudita, gli equipaggi affronteranno altre due prove brevi prima del temuto Empty Quarter.
Il deserto di Rub’ al Khali sarà la degna conclusione della 47ª edizione della Dakar. Il percorso ad anello di Shubaytah sarà caratterizzato totalmente da dune. Una sfida estrema per mezzi ed equipaggi che, oltretutto, arriveranno già stremati da dieci giorni intensi di gara. Sebbene lo scenario sia il medesimo di quello visto nello scorso anno nella tappa Marathon, la stanchezza potrà giocare brutti scherzi. Infine il 17 gennaio si concludono le ostilità con l’ultimo anello di 62 km cronometrati prima di tagliare l’agognato traguardo di Shubaytah.