2 Gen [11:13]
IL PERSONAGGIO
François Delecour
E’ proprio vero che a volte ritornano. Ad alcuni rallisti capita di farlo quando arrivano al traguardo del mezzo secolo: quando, come al Bufalo Bill celebrato da Francesco De Gregori, qualcuno presenta loro i primi cinquant’anni, viene voglia di far finta che il tempo si sia fermato per tornare a offrire e offrirsi emozioni forti. E’ stato così per Markku Alen, tornato undici anni fa a essere protagonista per un fine settimana, per Timo Salonen, Ari Vatanen e pure per Juha Kankkunen, sarà così da qui a un paio di settimane per François Delecour.
Il francese, cinquant’anni il prossimo 30 agosto, s’è iscritto al Monte-Carlo che va ad aprire la serie iridata e pure lui, come hanno fatto nel tempo i quattro leggendari finlandesi volanti, si prepara torna a respirare per qualche giorno l’aria del mondiale. Ma il suo è un ritorno diverso. E non solo perché non ha mai staccato completamente la spina. Per l’ultimo liberty del rallismo, l’obiettivo non potrà essere solo quello, confessato, di divertirsi un po’ con il volante di una vuerrecì fra le mani e neppure quello, inconfessato, di mettere in evidenza i limiti di molti di quelli che hanno un posto fisso nel campionato del mondo.
Cavallo Pazzo, sulle prove della Drome e delle Alpi Marittime andrà a combattere la sua battaglia anche e soprattutto contro i fantasmi che non lo hanno mai abbandonato, contro il destino cinico e baro che ventun anni fa, con la Sierra, lo privò di una vittoria che aveva ipotecato, che aveva a un palmo. E contro quella sconfitta inflittagli un paio di anni dopo da Didier Auriol che non ha mai digerito. Che considera ancora un furto, anche se i tabulati continuano ad avvalorare la tesi che fu lui e solo lui, più lento nel complesso della nottata finale anche di Miki Biasion che aveva un’Escort come la sua, a perdere la battaglia contro il suo connazionale.
Capelli ormai troppo bianchi per recitare la parte del pilota-bohemiens che s’era costruito agli inizi della carriera, non deluderà. Regalerà qualche buon numero agli appassionati sulle strade e battute sempre taglienti ai cronisti. E’ fatto così, non cambierà mai.
g. r.