78
WTCC
GABRIELE TARQUINI
Filippo Zanier
Sarà anche il pilota più longevo del WTCC,
ma nonostante le 23 stagioni di gare Turi-
smo sulle spalle Gabriele Tarquini non ha
perso una goccia dell'entusiasmo e della
passione che lo hanno reso uno dei benia-
mini del pubblico. Una prova per tutte? A
fine ottobre, Yokohama ha tenuto un test a
Vallelunga per provare gli pneumatici in
specifica 2014 e ha invitato tutti i piloti del
Mondiale a recarsi sul tracciato romano per
assistere alle prove: indovinate chi è stato
l'unico a presentarsi? Proprio "il Cinghio",
che è stato ricompensato dal gommista
giapponese con due brevissimi run in cui
ha potuto saggiare le nuove coperture. Pro-
prio da questo test abbiamo deciso di par-
tire per una chiacchierata con Gabriele su
presente e futuro, suoi e del WTCC.
Allora, cosa puoi dirci di questo test?
Le nuove gomme ti sono piaciute o
hanno ancora bisogno di sviluppo?
"Da quel che ho capito non si trattava di
prove di sviluppo. Non c'erano a disposizio-
ne diverse specifiche di pneumatici ,ma una
soltanto, che probabilmente è stata sotto-
posta agli ultimi test per la delibera finale.
In pista c'era una Leon Supercopa modifi-
cata con Jordi Gené alla guida, ma grazie al
bel tempo hanno concluso il programma
prima del previsto e mi hanno chiesto se
volevo fare qualche giro. Alla fine ne ho fatti
6 in totale, traendo una buona impressione.
La gomma si comporta in modo non molto
diverso da quella che abbiamo utilizzato in
questo 2013, ma essendo una 18 pollici è
più rigida, e questo alla guida si sente. È
anche più larga, ed è un bene perché il pros-
simo anno ci saranno più potenza e carichi
maggiori da sopportare”.
Continuiamo a parlare di 2014? Ave-
te già provato qualcosa in casa Hon-
da?
"Sinceramente no. Hanno deciso di non
costruire delle vetture 'ibride' e allo stesso
tempo di non iniziare a lavorare sulla mac-
china 2014 fino a che il regolamento non
fosse stato deliberato dalla FIA, per cui non
siamo ancora pronti. Non c'è da preoccu-
parsi comunque, la macchina nuova uscirà
dall'officina tra metà e fine gennaio".
Ma non si tratta di uno svantaggio
rispetto a chi, come Citroen, è in
pista da luglio?
"Senza dubbio. Il reparto corse Citroen è
composto da uomini capaci e tre mesi di
test in più rispetto alla concorrenza saran-
no per loro un vantaggio importantissimo.
Non a caso, sono in tanti nel WTCC a non
aver preso troppo bene questa situazione.
Diciamo che i cugini d'oltralpe sono stati
furbi...".
In che senso? Puoi spiegarci meglio?
"L'impegno di Citroen nel Mondiale era un
punto fondamentale perché la FIA appro-
vasse il nuovo regolamento, per cui in pra-
tica tutti si sono trovati a dover aspettare la
decisione dei francesi che, per ufficializzare
il loro 'sì', hanno aspettato proprio l'ultimo
giorno disponibile. Una settimana dopo
però, erano già in pista a provare, segno che
la vettura era pronta da tempo. A questo
punto, il sospetto che abbiano temporeg-
giato al massimo per tenere tutti sul filo e
ritardare i programmi altrui è forte...".
Restiamo in casa Citroen, cosa ti
aspetti da Loeb?
"Lo conosco poco, di persona, l'ho incon-
trato solo in occasione di qualche premia-
zione FIA, ma dal punto di vista sportivo i
risultati parlano per lui. Mi sono informato
sui suoi precedenti in pista e l'ho osservato
nelle uscite in Porsche Supercup che ha fat-
to quest'anno, e credo si possa già dire che
è uno che va forte anche tra i cordoli. Dal
punto di vista della velocità purami aspetto
che inizi molto presto a dare delle preoccu-
pazioni a Yvan Muller, e che magari riesca
anche a metterlo dietro. Dove mi aspetto
che soffra, invece, è nelle situazioni com-
pletamente nuove per lui, quindi special-
mente in gara. La bagarre, il contatto ruota
a ruota, sono cose a cui non è abituato per-
ché in prova speciale corre da solo contro il
cronometro. Credo quindi che in questo
senso potrà pagare dazio all'inesperienza, e
uscire ammaccato da qualche contatto
diretto".
Conosci beneMuller, credi che loaiu-
terà nella fase di apprendimento?
"Penso di sì, credo che Yvan sappia che se
la Citroen lo ha chiamato è stato anche per
dare a Loeb il miglior maestro possibile.
Per esperienza personale so che quando
eravamo compagni in Seat tra noi c'era
scambio totale dei dati, credo sarà lo stesso
anche in questa nuova avventura".