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MA NOI
VOGLIAMO CORSE,
NON “PACCHI”
Stefano Semeraro
Vi piace la trasmissione della Rai “Affari Vostri”? Quella dei
“pacchi” per intenderci, che va in onda in prima sera dopo
il tg. A me no, lo ammetto. Al di là della bravura e della sim-
patia del suo conduttore, mi pare sciocchina e diseducativa.
Trasmette l’idea che per vincere nella vita occorra fortuna,
più che talento, preparazione e perseveranza, intelligenza e
coraggio. Nello sport invece sono, o dovrebbero essere, pro-
prio le cinque qualità appena citate a fare la differenza. Per
questo l’idea dei doppi punti da assegnare nell’ultima gara
del campionato di F.1 di quest’anno mi piace poco, anzi
pochissimo. Quasi nulla. I nuovi regolamenti tecnici sono
stati studiati per avvicinare la tecnologia della massima
serie dell’automobilismo a quella della produzione, un obiet-
tivo che può essere più omeno condiviso (più dallaMercedes
che dalla Ferrari, ovviamente) ma che ha una sua coerenza,
una sua giustificazione in un epoca di crisi in cui le gare in
auto a qualcuno possono sembrare un lusso da cancellare.
Se il motorsport in futuro manterrà, o riscoprirà una sua
centralità nel campo dell’innovazione tecnologica, ben ven-
gano anche sperimentazioni come quella della Formula E,
che indigna i puristi ma può aprire orizzonti interessanti.
Quello invece che non si può accettare è che lo sport, in nome
di un malinteso compromesso (asservimento sarebbe
meglio dire) allo spettacolo, allo show, si snaturi fino a
diventare altro da sé. Vi consiglio la lettura della puntata de
“Il cuore nelle corse” che trovate nelle prossime pagine.
Andrea Toso, con la sua consueta lucida attenzione per i
valori etici dell’agire umano, vi evoca il concetto di “patto
sacro”, quello che lega lo sport al suo pubblico, e che si basa
sulla credibilità. Lo sport può essere anche show, anchemar-
keting, a patto - appunto - che non perda la sua trasparenza
agonistica. Deve esservi certezza che chi in pista, o in campo
si batte meglio degli avversari ha diritto alla vittoria. Certo,
nessuno vuole indossare panni da verginella o da integralista
della tradizione: si possono inventare e introdurre elementi
capaci di rendere le gare più interessanti e più incerte. Ma
guai a rendere le gare troppo simili a lotterie, a suggerire
l’idea che a decidere tutto sia delegata la fortuna. Che ha un
suo ruolo nello sport, come nella vita, ma che non può diven-
tare la base del contendere. Con i doppi punti nell’ultimoGP,
o addirittura negli ultimi tre come vorrebbe Ecclestone, la
ricerca dell’equlibrio rasenta l’azzardo, perché in una gara
secca molto può andare storto. Chi impedisce allora di
immaginare il sorteggio dei piloti, per rendere tutto più
“cool”, imprevedibile, eccitante? Cambiare, innovare, è giu-
sto. Basta che l’innovazione non si riduca ad una tombola
impazzita, ad una corsa a chi riuscirà ad aprire il “pacco” giu-
sto, magari accendendo un cero a Santo Bernie.
accadrà nelle prove libere o in qualifica potranno essere commi-
nate penalità sulla griglia di partenza, mentre se succederà in gara
le penalizzazioni varranno per la griglia del GP successivo.
LA FIA INTRODUCE IL POLE TROPHY
Norma Tecnica -
Il Regolamento Sportivo 2014 prevede anche
l'introduzione del Pole Trophy, che andrà al pilota che durante la
stagione avrà conquistato più pole position. In caso di parità ver-
ranno considerati i secondi posti, i terzi, e così via fino all'elezione
di un vincitore.
PUNTI DOPPI AD ABU DHABI
Decisione StrategyGroup - Per quanto non sia ancora stata inserita
nel Regolamento, la norma che raddoppia i punteggi per l'ultima
gara della stagione (nel 2014 il GP di Abu Dhabi) sembra cosa fatta
dato che è stata approvata congiuntamente dallo F1 Strategy
Group e dalla F.1 commission. Se verràmantenuta al vincitore ver-
ranno assegnati 50 punti, al secondo classificato 36 e così via, fino
al decimo che prenderà due punti invece del consueto punto sin-
golo.
L’editoriale
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