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A far visita a Zanardi si è visto anche Claudio Costa, il dottore dei campioni
IL GIUDIZIO
SUL MOTORE
A parte gli scherzi, Zanardi trova una vet-
tura veloce sul misto e in percorrenza, ma
con un certo gap in termini di velocità di
punta rispetto alle concorrenti. “Ai bassi
regimi il motore è incredibilmente tonico,
non me lo aspettavo così rapido ad acce-
lerare. In velocità la potenza c’è, ma non
sono sconvolto, per mia fortuna ho guida-
to tante auto molto potenti. Ha una carat-
teristica singolare anche come comporta-
mento, non puoi torturarla, ma devi asse-
condarla. Mi auguro che il mio stile di
guida da parigino possa accoppiarcisi
bene”.
UN UFFICIO
DA… INCUBO
Il suo “ufficio”, per un qualunque morta-
le, è da incubo. A parte i freni, gestiti con
la protesi destra, tutti gli altri comandi
sono sul volante. Due palette di dimen-
sioni diverse controllano l’acceleratore da
entrambi i lati. Sulla sinistra c’è in più un
altro bilanciere per la frizione che serve
per partire mentre sulla destra c’è quello
del cambio, che funziona in due direzioni:
tirando sale di marcia, spingendo scala.
Inoltre, una solida sbarra ripiegabile
attaccata al montante del parabrezza gli
permette, in caso di pericolo, una repen-
tina uscita dall’abitacolo, per restare nei
15 secondi regolamentari. Si cerca di pen-
sare a tutto. Zanardi sarà l’unico pilota a
correre da solo nel trofeo Blancpain
Sprint. La possibilità è prevista espressa-
mente dal regolamento per i piloti con
particolari handicap fisici, tali da rendere
difficile la condivisione dell’abitacolo.
CON RAVAGLIA
ANTICO RAPPORTO
Messa in pausa la carriera in handbike
(anche se il suo bolide resta nel baule del-
la macchina), la squadra per questa
avventura non poteva che essere quella di
Roberto Ravaglia e Aldo Preo, la stessa
che aveva portato a due affermazioni nel
Mondiale Turismo, ma anche il rapporto
con la stessa BMW è fortissimo: la sua
auto è ancora in fase di costruzione in
Germania, e ha dovuto per l’occasione
prendere in prestito quella di Michela
Cerruti. Con lui c’è anche il dottor Costa,
amico di sempre, e nessuno può nascon-
dere la soddisfazione di averlo in squa-
dra. “Come accade di solito nella vita ci
sono delle opportunità che arrivano al
momento giusto, quando sei più ricettivo
che in altri. Se me l’avessero chiesto tre
anni fa, avrei detto di no, oggi, dopo una
lunga assenza dalle corse automobilisti-
che, non è un deja-vu come altre cose che
ho avuto la fortuna di fare, quando a un
certo punto dici ‘l’ho già fatto’. Qui è ovvio
che l’ho già fatto, ma è passato talmente
tanto tempo che mi sto divertendo come
un matto. Speriamo che duri più a lungo
possibile…”. E, ovviamente, la domanda
sorge spontanea: questo sarà solo un
nuovo inizio? Ci pensa Zanardi alla Indy
500? “Io ci penso, ma ci deve pensare
anche Chip Ganassi!”.
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