Italiaracing.net Magazine - page 53

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vittima, ma per un errore di trascrizione
da parte dei commissari di percorso locali,
mi è stato inflitto un drive-through che mi
ha tolto dalla prima posizione. A fine corsa
il direttore di gara si è scusato, gesto che
ho molto apprezzato, ma che certamente
non mi ha restituito quanto perso in
pista”.
Come stai affrontando questa pausa
invernale?
“Da ottobre non guido unamacchina, quin-
di è un po’ un trauma, essendo invece stato
abituato prima ad avere non più che due
mesi di sosta. Mi sto allenando per i test di
Valencia, ma fondamentalmente mi manca
la pista. Tenere un pilota lontano dalla pro-
pria passione fa un po’ male, per questo non
vedo l’ora di tornare a guidare”.
DallaF.3all’AutoGP, inchemodohai
perfezionato la tua preparazione fisi-
ca?
“Sono arrivato abbastanza allenato ai test
di Barcellona dello scorso anno, mio primo
contatto con l’Auto GP. La cosa di cui più
ho sofferto è stato il collo. Non è cambiato
molto l’allenamento, ho perfezionato alcu-
ni esercizi e in più ho lavorato molto sulla
mente. Mi sono trovato ad avere a che fare
con situazioni completamente nuove, come
il pit-stop che ti costringe a spezzare il rit-
mo della corsa. Nonostante in pit-lane si
vada piano, devi essere preciso al millime-
tro ed al millesimo, per non perdere poi
secondi preziosi nei confronti dei tuoi riva-
li”.
Cosa pensi della preparazione vir-
tuale alla competizione?
“Lo scorso anno ho preparato quasi tutte le
gare al simulatore. È un aiuto molto valido,
se non si conosce la pista. Quelle che già
conoscevo invece, mi hanno trovato diso-
rientato in fase di simulazione, perché cam-
biano tutti i riferimenti. È comunque
secondome sono ancoramolto distanti dal-
la realtà. Nulla può sostituire l’esperienza
diretta in pista. Userò questa tecnologia
anche quest’anno, per scoprire circuiti che
non conosco, come ad esempio Le Castel-
let”.
Quali sonogli obiettivi di questo2014?
“Andare a podio il più possibile. Poi un
pilota vuole vincere, ma bisogna lavorare
duramente. Vorrei riprendermi già da
Marrakech quanto mi è stato tolto lo scor-
so anno. I circuiti cittadini mi piacciono e
vorrei fare bene da subito. Restando pur
sempre con i piedi in terra… voglio essere
uno dei protagonisti”.
La tua è una famiglia che sta dando
molto al mondo del motorsport con
tuo padre protagonista nel mondo
GT, tuo fratello che ha corso in
monoposto come te. Come è nata
questa tradizione?
“Ce l’abbiamo un po’ nel sangue. Se non sia-
mo su una macchina da corsa, abbiamo
bisogno di passare del tempo con un moto-
re che ci spinge sotto il sedere. Mio nonno
andava in barca ad esempio. Io già a tre
anni sul triciclo facevo i traversi in cucina
senza toccare i mobili. Siamo cresciuti a
pane e motori, è una passione radicata da
tempo nella nostra famiglia, fa parte della
dinastia”.
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