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Guido Rancati
Non ha vinto, ma ha attirato su di sè gli sguardi incuriositi di legio-
ni di appassionati. Vent'anni e pochi mesi, Vasily Gryazin è stata
la rivelazione del Liepaja Rally, secondo atto della rivitalizzata
serie continentale: in testa dal secondo al quinto tratto cronome-
trato e poi, per un attimo nel settimo, il russo s'è inchinato solo
davanti a Esapekka Lappi e ha subito fatto sapere di essere feli-
cissimo: “E' un sogno che si è avverato”, ha sintetizzato a bocce
ferme. Poi ha aggiunto che aver conquistato il primo podio impor-
tante di una carriera ancora tutta da disegnare è la prova che
l'esperienza serve.
E di esperienza sulle strade della Lettonia lui ne aveva più degli
altri che sono stati protagonisti nel fine settimana nordico: è nella
repubblica baltica che ha iniziato a correre. Quasi quattro anni fa.
Figlio d'arte, suo padre Stanislav è stato campione russo a inizio
millenio, e sguardo vispo, ha disputato una gara praticamente per-
fetta. Ha firmato un paio di prove, la seconda e la quinta, ed ha
costretto il finlandese della Skoda a rimboccarsi le maniche. Ha
stupito chi lo ricordava comprimario all'ultimo Sanremo e al Pol-
ski. E ovviamente chi lo aveva visto in azione sull'asfalto del Ciocco
e del 100o Miglia.
Una rondine non fa primavera neppure in Russia e saranno le
prossime gare a dare un'idea più esatta delle sue capacità. Intanto,
però, s'è messo al collo un argento che brilla parecchio. In un rally
bello e difficile come pochi altri, su un fondo di terra gelata con
qualche spolverata di neve fresca qui e là a rendere tutto più dif-
ficile. Un rally nel quale lui e gli altri primattori hanno viaggiato
a medie sempre superiori ai cento all'ora.
Vasily Gryazin,
a destra,
e sotto in azione
1...,43,44,45,46,47,48,49,50,51,52 54,55,56,57,58,59,60,61,62,63,...90
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