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Oltre alla Russia, sembri avere un rap-
porto speciale con Macao. È solo il Cir-
cuito da Guia a ispirarti o hai un buon
rapporto con i circuiti cittadini in gene-
rale?
"Penso che i circuiti cittadini siano il contraltare
ideale alle nuove piste della F.1, in cui le immen-
se vie di fuga in asfalto non puniscono più gli
errori del pilota. Sui circuiti cittadini non c'è
margine di errore, delimitare la pista non ci
sono coni o pile di gomme, ma i muri, quindi si
vede davvero chi sa spingersi al limite estremo
senza sbagliare. Per quel che mi riguarda ho
davvero un rapporto particolare con Macao. La
pista mi è sempre piaciuta, ma vincerci la bel-
lezza di sei gare l'ha resa un posto davvero spe-
ciale per me. Si tratta di un tracciato dove la pre-
cisione è la chiave, ed evidentemente è una dote
che non mi manca. Ci sono comunque altre
piste che amo, come Spa o il vecchio Nurbur-
gring, mi piacerebbe che fossero entrambe par-
te del calendario WTCC".
Per gran parte della tua carriera nel
WTCC hai guidato vetture in grado di vin-
cere. Per riuscirci conta più il mezzo o la
volontà del pilota?
"Sono importanti entrambi, è difficile che un
pilota sia vincente se non ha alle spalle il sup-
porto di un team all'altezza e un mezzo compe-
titivo. Però non è tutto, e la storia dimostra che
in certe circostanze anche una macchina che
non è la più veloce può trovarsi nelle condizioni
di vincere una gara, come è successo a me l'anno
scorso. In quel momento un pilota deve fare in
modo di essere al massimo, pronto a cogliere
l'occasione che si presenta. Personalmente, io
ho ancora una grande fame di vittorie, e come
obiettivo ho quello di diventare il pilota più vin-
cente nella storia del WTCC".
Vieni da un paese in cui il campionato
nazionale Turismo è conosciuto e segui-
to quanto il WTCC. Quanto è importante
per un pilota poter crescere in una serie
nazionale competitiva?
"Credo sia importantissimo, e che noi piloti bri-
tannici siamo privilegiati a crescere in un Paese
in cui già le gare Club si corrono a livelli molto
alti. Ti permette di crescere a casa, quando
intorno hai ancora persone care che possono
supportarti nei momenti più difficili. Certo,
quando poi è il momento giusto bisogna avere
il coraggio di spiegare le ali e fare il grande salto.
Io l'ho fatto nove anni fa, e mi sento fortunato
ad aver potuto accomunare così tanta esperien-
za su un palcoscenico internazionale contro
piloti con bagagli di esperienza così diversi".
Quando eri ancora un giovane pilota
avrai senza dubbio avuto degli eroi: con
chi dei piloti del passato ti piacerebbe
gareggiare in un'ideale sfida senza tem-
po?
"Sono fortunato perché ho già potuto gareggia-
re contro molti dei miei eroi di gioventù. Alain
Menu, Gabriele Tarquini, Rickard Rydell, Tim
Harvey, Steve Soper, Will Hoy, gareggiando nel
BTCC, nel WTCC e al festival di Goodwood me
li sono trovati contro più o meno tutti. Allo stes-
so tempo, mi sarebbe piaciuto conoscere James
Hunt e magari correrci contro. Non ci sono più
piloti così sopra le righe e allo stesso tempo sofi-
sticate nel motorsport, principalmente perché
oggi non puoi comportarti così quando rappre-
senti una Casa".
Huff con l'Audi
nella recente 12 Ore di Bathurst
Huff campione del mondo
nel 2012 con la Chevrolet
1...,45,46,47,48,49,50,51,52,53,54 56,57,58,59,60,61,62,63,64,65,...72
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