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TENETE D’OCCHIO… QUESTI TRE
Danica, Austin e Kyle. Tre personaggi
diversi per origini e attitudini, tre piloti in
attesa di fare il salto di qualità, ma soprat-
tutto tre persone che si trovano, nel bene e
nel male, a fare i conti con grandi pressioni
ed aspettative. La Patrick è entrata nel suo
secondo anno di Nascar a tempo pieno con
il benvenuto di King Richard Petty, che l’ha
definita inadatta a vincere una gara, “a
meno che tutti gli altri se ne stiano a casa”.
Ma tra le molte voci di supporto, quelle di
The King non sono le uniche critiche e per
quanto Danica possa essere abituata a sop-
portare di tutto, non saranno sicuramente
d’aiuto. Dopo una stagione condita da trop-
pi incidenti e performance non certo bril-
lanti, è determinata a mostrare almeno a
tratti di meritarsi un posto nel mondo
Nascar.
Austin Dillon ha iniziato l’annata proprio
come lei aveva fatto nel 2013, segnando la
pole per la 500 miglia di Daytona, ma la
storia insegna come stare davanti al gruppo
da soli (specie se si hanno un motore ed un
set-up a punto) sia tutt’altra cosa rispetto a
vincere delle corse. Dillon, nipote di
Richard Childress e da tempo predestinato
ad un posto in Sprint Cup, ha la classe ed i
numeri per farcela. Ha anche tante respon-
sabilità, prima di tutte quella di riportare in
pista un numero che per tutti, fan e addetti
ai lavori è un’icona moderna. La voglia di
far bene sarà tanta, ma sicuramente anche
la tensione, e la voglia (rischiosa) di voler
ricalcare le gesta che col numero 3 hanno
reso immortale il grande Dale Earnhardt.
Fondamentale potrebbe forse rivelarsi, in
una situazione così potenzialmente critica,
il coaching ricevuto nel corso degli anni dal
nostro Max Papis.
Al contrario di Dillon, Kyle Larson non è
cresciuto solo nelle Stock-Car. Il ventunen-
ne californiano è uno dei talenti più brillan-
ti emersi dal mondo dellemidget, le vetture
a ruote scoperte che corrono sugli short-
track in terra o cemento. Ha conquistato
successi a ripetizione, e tutti sono pronti a
scommettere che il suo debutto sarà un
grande successo. Anche su di lui, che pren-
de il posto di Juan Pablo Montoya, le attese
sono enormi proprio per la fiducia che gli è
stata accordata da tutti. Forse, al contrario
di Dillon, potrà contare sul profilo legger-
mente più basso del team per mettersi al
riparo. Ma il compagno di Jamie McMur-
ray è un brutto cliente. Tanto per iniziare,
detiene il record per la più veloce ascesa
alla vittoria di un debuttante (vinse la sua
seconda gara nel 2002). Inoltre, sferrò un
colpo da KO all’orgoglio e alla reputazione
del Colombiano, mai riuscito a trionfare su
un ovale, vincendo Daytona 500 e Bric-
kyard 400 nell’anno del suo ritorno alla
corte di Chip Ganassi. Insomma, come per
i due colleghi, nemmeno a lui verranno fatti
sconti.
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