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Dizionario
Gara
Una parola di origine sassone del V secolo,
dallastessaradicesonoarrivatinellanostra
lingua i verbi “sgarrare” e “guardare”.
Siritrovanellaparolainglese“war”,guerra.
Propriamente indica l’azione di “tenere
d’occhio l’avversario per superarlo”.
Ruota
Da una antica radice indoeuropea (ar/ra)
comune a latino, greco e sanscrito che indi-
ca muovere, spingere, scorrere. In latino
“rota”. Da questa radice le parole remo,
rotaia, rotolo, ruolo, rotondo, ronda, ron-
dò, rivolo, rullare, crollare.
Veicolo / Vettura
“Veicolo” deriva dal latino “Veho”, che
significa trasportare in senso attivo; così
anche il “vettore” nella terminologia tecni-
ca dall’industria missilistica a quella dei
traporti.E’ poi passatonell’inglesemedioe-
vale “wagon” (vagone). Veicolo indica un
mezzo di trasporto con particolare atten-
zione al “carico” prezioso: per i veicoli da
competizione il carico prezioso è il pilota e
il carburante.
In biologia il “vettore” trasporta un’infor-
mazione genetica, in matematica il “vetto-
re” ha due qualità distinte: direzione e ver-
so. “Direzione” ( da cui direttore edirigente
) significa essere “in riga”: compitodel diri-
gente è tenere in riga senza specificare
l’orientamento; “Verso” è l’orientamento
del “vettore” ed è compito del “leader” o
“capo”.
“Vettura” è analogo a “Veicolo”, ma deriva
dal participio, “Vectus” ed ha significato
passivo per indicare un mezzo trasportato
o trascinato.
Automobile / Autovettura / Autovei-
colo
Auto-mobile è un mezzo di trasporto che
ha propulsione propria; in origine è un
aggettivo nell’espressione di fine ‘800 “vei-
colo automobile”, poi rimasto da solo con
valore di sostantivo in “automobile”.
Una curiosità: a fine ‘800 due termini si
contendevano l’uso popolare, “automobi-
le” e “locomobile”.
“Automobile” è un aggettivo ibrido tra una
parte greca (“auto”: da solo, come auto-
nomochehaleggepropria)eunapartelati-
na (“mobile”), secondo la necessità di fine
‘800 di generare vocaboli nuovi per adat-
tareillinguaggioallarealtàtumultuosadel-
la rivoluzione industriale.
“Autovettura” è un termine più tipico delle
lingue neolatine ( italiano, francese );
“Automobile, inizialmente limitato alle lin-
gue anglosassoni, si è diffuso ora in tutto il
mondo”
“Car”
Indica un veicolo su ruote dal latino “car-
rus”, in Italiano carro, inorigineuncocchio
da guerra celtico a due ruote. Il termine è
rimasto nel vocabolo “cart”, il carrello della
spesa.Nel 1800negli StatiUniti il vocabolo
“car” si è esteso alla terminologia ferrovia-
ria per indicare un vagone e solo ai primi
del‘900èarrivatoadindicarel’automobile.
“Pubblico”
Dall’aggettivo latino “Populicus”, cioè del
popolo, fatto per tutti, noto e condiviso da
tutti. Da cui la “pubblicità”, che è una
comunicazione per tutti.
La radice di “populus” deriva dall’albero
“pioppo” perché molti pioppi da lontano
sembrano un “popolo” di uomini.
Il contrario di “pubblico” è “privato”, colle-
gato ai vocaboli “privo” e “primo”, indica
ciò che è separato dallo Stato, dalla cosa
pubblica, quindi non di tutti ma riservato a
uno solo. Privilegio significa allora essere
privo di leggi e di vincoli, tra cui l’obbligo
di pagare le tasse.
“Media”
L’espressione inglese originale completa è
“mass media” per indicare i “mezzi” di
comunicazione di massa.
“Media”, dal latino “medium”, significa le
cose che stanno inmezzo per permettere la
comunicazione trachi inviae chi riceveuna
informazione. Così come il “medium” si
crede sia il tramite tra i vivi e i morti.
Negli anni passati era più frequente il ter-
mine “press” (la pressa della stampa e per
estensione i giornali stampati), poi sop-
piantato da “media” all’avvento della tele-
visione e da Internet.
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Hoffman la vera Laurea; c’è l’effetto disponi-
bilità economica perché chi ha cinquant’anni
ha più soldi da spendere di chi ne ha venti,
soprattutto se in famiglia c’è un figlio unico;
c’è il modello culturale di riferimento di que-
sti ultimi vent’anni per cui non dovevamo
pensareallegenerazioni futuremapotevamo
concederci tutti i capricci possibili.
Perché allora spenderli nel Motor Sport?
Perché, per quantobrevi siano i nostri giorni,
il brivido della velocità, il vento nei capelli, il
battito accelerato del cuore, sono tra le cose
più eccitanti che ci possano capitare».
Infine, cinque consigli per chi si reca
ad una gara automobilistica?
«Immagino di rivolgere questi consigli ad
un giovane ragazzo, sui quindici-sedici anni:
butta via la playstation e staccati da What-
sapp! Fatti accompagnare da tuo padre,
anche se non ne ha voglia, oppure prendi il
treno con gli amici. Vai a Misano d’estate ad
una gara di Formula 3: è vicino a Rimini e
se piove o se proprio non ti piace, puoi sem-
pre andare al mare. Prendi una tenda e una
chitarra, bivacca alla sera con la tua ragazza
in spiaggia o di fronte all’autodromo come
fanno gli americani che la sera prima della
500 Miglia di Indianapolis si accampano a
decine di migliaia a fianco delle loro lucide
e immacolate Harley Davidson nell’immen-
so prato di Georgetown Road, sdraiati e ine-
briati dalla brezza della prima estate e dal
fumo di qualche barbecue o del primo inno-
cente spinello. Il sabato, gira per il paddock,
entra nei garage e magari trovi un meccani-
co che ti chiede una mano per lucidare i cer-
chi. Tutto lì!».
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