Italiaracing.net Magazine - page 40

quali viaggi aerei e da quali località, quante
e quali macchine a noleggio. Il documento
contiene anche le statistichedi quanti articoli
e quanti passaggi televisivi sono apparsi per
riportare cronache e commenti della gara e
addirittura dettaglia il numero di tweet in
momenti specifici della gara, la partenza,
l’arrivo e in caso di incidenti gravi. I passaggi
televisivi sono segmentati per categorie di
programmi, sia primari (“General News,
General Sports, Reality TV, Talk Show”), sia
specialistici (“Sport Science, Dedicated
Motorsport, Turbo”), sia di intrattenimento
(“Dancing With the Stars, Late Show Letter-
man”). Si possono analizzare i singoli “con-
tatti” sul sito della Indycar ( ad esempio il
numero di tweet , chi ne ha mandati più di
uno , da dove e a che ora )… e potrei conti-
nuare. I professionisti delmarketing, formati
nelle scuole più prestigiose e allenati nelle
multinazionali di prodotti di consumo, han-
no accesso a questi dati ri-aggregabili a pia-
cere, ma difettano della sensibilità all’odore
della benzina e delle gomme: spesso ho visto
stupendepresentazioni di opportunitàdi fat-
turato e di profitto fallire miseramente di
fronte all’iniziativa solitaria e di buon senso
di un ex-pilota. Come fare la differenza?
Come preservare e rispettare (ecco che torna
il rispetto!) il desiderio ingenuo, potente e
irresistibile di giocare con la Polistyl con il
figlio di tre anni o sfidare al calciobalilla Pao-
loRossi?Euripide, grandissimocompositore
di tragedie del mondo greco e lucido esplo-
ratore dei miti universali che albergano in
ognuno di noi, scrisse “E’ difficile competere
contro chi ha la passione perché la passione
compra con l’anima quello che desidera”».
Quanto conta, oggi, il “contorno” e
quanto lo spettacolo sportivo vero e
proprio?
«Il “contorno” oggi è lo spettacolo: pensa al
Super Bowl! Le canzoni durante gli intervalli
della partita ( e gli americani non hanno solo
un primo e un secondo tempo, ma hanno
inventato i “quarti”, quindi ci sono tre inter-
valli!) sono lo spettacolo che tutti, allo stadio
e a casa, attendono e di cui colgono i tempi e
le regole. Così i “commercials”, i più costosi
tra tutti quelli trasmessi in televisioneduran-
te l’anno. Oggi la competizione sportiva,
anche quando le sue regole non sono tutte
note, è l’occasione, il substrato, il mezzo per
moltiplicare il valore commerciale. Dobbia-
mo accettare l’evidenza che la competizione
tra professionisti sia raramente “sport”.
Quando alcuni canali televisivi sono dedicati
a commentare ingaggi e trasferimenti di gio-
catori più veloci degli scambi delle nostre
vecchie figurine Panini, noi tutti sappiamo
che questo non è sport con degni attori, ma
è solo commercio di uomini, schiavi dello
spettacolo a cui partecipano come figuranti
per il tempo concesso dall’impresario».
Èpossibilesecondotetracciareuniden-
tikit del tifosomotoristico “medio”?
«Siamo in Italia e allora cerchiamo, con
poche pennellate, di tratteggiare chi tifa Fer-
rari in Italia, tralasciando i cinesi di Shan-
ghai di recente e volgare ricchezza e gli arabi
di Dubai, nuovi re Magi in cerca di un Dio
solo materiale. In Italia tra i tifosi Ferrari c’è
chi la domenica pomeriggio guarda le gare di
Formula 1 soffrendo in silenzio e litigando
con la moglie anche se fuori c’è il sole; c’è chi
possiede una Ferrari perché l’ha sognata da
piccolo e adesso se lapuòpermettere,magari
usata; c’è chi colleziona i modellini in scala e
c’è chi visita in pellegrinaggio il museo a
Maranello; c’è chi paga per guidare una Fer-
rari a ore e chi l’affitta solo per tenerla ferma
a Monte-Carlo davanti all’albergo; c’è chi
parcheggia la Ferrari nella piazza del paese
mentre va dal barbiere il sabato mattina. In
tutti c’èundesideriodi possedereodi toccare
un oggetto di valore e su questo desiderio chi
è bravo a valorizzare il marchio costruisce
una fortuna economica».
I nuovi mercati del motorsport riusci-
ranno a sviluppare anche un'audience
appassionata?
«Hai scelto la parola giusta: “Audience” ( da
audìre cioè essere in ascolto ). L’ “audience”
conteggia il pubblico passivo che ascolta da
casa. “Audience!”. Ma questo pubblico non
può far sentire i fischi, l’incitamento, la com-
mozione e la passione: passione e passività si
escludonoavicenda!Abituatoadessere “pas-
sivo”, il pubblico a casa non nutre passione
ma può solo cercare un emozione forte finché
poi cambia canale. Pensiamo infine
all’espressione “pubblico a casa” che è un
controsenso: nonc’ènulladi pubbliconell’as-
sistereinprivatoadunospettacolochesisvol-
ge lontanodanoi. Chi è l’appassionato ?L’ap-
passionato si misura per quanto spende ?
L’appassionato vero purtroppo o per fortuna
spendemoltopocoe, come scrivevaEuripide,
compera con l’anima e non con il denaro.
Cosa intendiamo per “pubblico”? Abbiamo
corrotto anche il significato profondo di que-
sta parola. Comune e pubblico sono due con-
cetti diversi: di ciò che è “Comune” nessuno
ha la proprietà, così l’aria che respiriamo e
l’acquadelmare. “Pubblico” è ciòcheèdi pro-
prietà di una città o di una comunità: le vie,
le strade, il verde, il suolo, da cui la “res publi-
ca”, la nostra cara “Repubblica”.
Qual è allora l’essenza dello sport per
lo spettatore? Come può lo sport esse-
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SPECIALE
IL CUORE NELLE CORSE - 11. PUNTATA
re un business?
«Lo sport sempre si manifesta, a chi lo guar-
da con attenzione in presa diretta, come pas-
sione, divertimento e gioia personale solo se
c’è un atto gratuito e disinteressato, direi
nobile. Abbinare business e sport fa stonare
le corde nella nostra anima. James Hunt,
Ayrton Senna, AJ Foyt e Mario Andretti non
correvano solo per l’ingaggio ma soprattutto
per il fuoco che avevano dentro; grazie a que-
sto fuoco hanno acceso l’animo di chi era a
bordo pista, hanno alimentato le fiamme
dell’eterno mito dell’uomo coraggioso, il
campione medioevale che doma il drago.
E’ evidente che, per correre, questi eroi han-
no avuto necessità di motori, pneumatici,
macchine e soprattutto di un pubblico par-
tecipe eadorante,maalla radicedei lorogesti
sportivi c’era sempre la gioia e la ricerca di
compiere un atto bello, terribile e nobile di
per sé, come il duello amorte certa tra Ettore
ed Achille. Dopo il volo rapido tra le vette
omeriche, assaporiamo insieme le lievi e
poetiche parole di De André che nella canzo-
ne “Bocca di Rosa” riconosce la dignità di
provare passione anche ad una prostituta:
“C’è chi l’amore lo fa per gioco, chi se lo sce-
glie per professione…Bocca di Rosa né l’uno
né l’altro, lei lo faceva per passione”».
Chi sono quelli che pagano il biglietto
e quindi lo stipendio a noi ingegneri e
giornalisti ?
«L’età media degli appassionati di competi-
zioni motoristiche sta aumentando. C’è l’ef-
fetto nostalgia di tempi meno complicati in
cui a diciotto anni la 500 era il passaporto
della libertà e il duetto Alfa Romeo di Dustin
Spettatori a Indianapolis
1...,30,31,32,33,34,35,36,37,38,39 41,42,43,44,45,46,47,48,49,50,...72
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