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FORMULA 1
LA TECNICA – V8 6. PUNTATA
RED BULL RB7
IL CAPOLAVORO
DI NEWEY
L’analisi non può che aprirsi con la Red Bull-Renault RB7, la regina
incontrastata del 2011. Che la creatura di AdrianNewey fosse la vettura
da battere era una certezza già prima che il mondiale cominciasse, ma
che il divario tra la Red Bull e le altre macchine del lotto fosse ancor
più ampio del 2010 nessuno poteva immaginarlo, neanche il più pes-
simista dei suoi avversari. La superiorità tecnica manifestata dal bino-
mio Vettel-Red Bull nel 2011 è a dir poco disarmante, tanto che il due
volte campione del mondo Fernando Alonso non esita a definirla una
delle migliori monoposto di Formula 1 di tutti i tempi, al pari della
McLaren-Honda MP4/4 del 1988 (15 vittorie in una sola stagione con
Senna e Prost), dellaWilliams-Renault FW14B del 1992 (la famosa vet-
tura dotata di sospensioni “attive”) o della Ferrari F2004 del 2004 (la
“rossa” più vittoriosa di tutti i tempi). E come dargli torto: anche se in
Formula 1 non si può parlare di perfezione, la Red Bull-Renault RB7
la rasenta. Aerodinamicamente esasperata è la monoposto che svilup-
pa la maggiore deportanza, rispetta di più le gomme Pirelli, si adatta
ad ogni tipo di circuito, anche se predilige i tracciati con lunghi curvoni
in appoggio ed è tanto veloce sul giro singolo, quanto in assetto da gara.
Una macchina di un’altra categoria, insomma che, come tutte le super-
car che hanno fatto la storia della Formula 1, racchiude in se un vero
e proprio segreto tecnico, che solo a stagione avanzata la concorrenza
scoprirà. Di cosa si tratta? Torniamo per un attimo indietro all’inverno
del 2010.
Per recuperare il carico aerodinamico, perso dopo la messa al bando
del doppio diffusore posteriore, Adrian Newey
decide di sfruttare la flessibilità dell’ala ante-
riore, l’abbinandola ad un assetto “pic-
chiato”, ovvero fa viaggiate la macchina
inclinata in avanti e col retrotreno più
sollevato dal suolo. I benefici che si
ottengono sono duplici: con
l’ala anteriore più
vicina al ter-
reno cresce il
carico sull’as-
se anteriore,
mentre incli-
nando il
posterio-
re si fa
lavorare
il diffu-
sore con
un ango-
lo mag-
g i o r e ,
aumentando
la deportanza al
retrotreno.
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