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FORMULA 1
LA CURIOSITÀ
1979 - LOTUS 80
Se il fallimento della Arrows A2 passa quasi inosservato, non altrettanto si può dire per quello della Lotus che, sempre nel 1979, mette in campo il
modello “80”. Dopo avere inventato la tipologia “wing-car” Colin Chapman, il geniale patron-progettista della Lotus, vuole spingersi oltre, estendendo
l’effettuo solo a tutta la monoposto. Per questa ragione le le famigerate minigonne vengono addirittura montate sotto il muso, dove rimpiazzano le ali
tradizionali, e proseguono lungo tutta le fiancate (che presentano un andamento sinuoso), fino al retrotreno. Dove, tanto per non essere tacciati di
conservatorismo, il gewniale Chapman ha fatto a meno dell’ala posteriore. Se il progetto dovesse funzionare, la Lotus annichilirebbe ancora una volta la
concorrenza, ma non sarà così e la splendira “80” verrà schierara solo in tre Gran Premi, prima di essere venduta a qualche danaroso collezionista
1979 - ARROWS A2
Nel 1978 la tipologia wing-car (monoposto
ad effetto suolo) rimpiazza le Formula 1
tradizionali e si scatena la fantasia dei
progettisti, per sfruttare al meglio i principi
teorizzati dal fisico Giovan Battista Venturi
nel 1700. Tra tutte le monoposto della
nuova generazione la palma dell’originalità
spetta senza dubbio all’Arrows A2 di Tonuy
Southgate, che presenta una
conformazione assolutamente innovativa. Il
musetto è a punta e del tutto privo di
spoiler, mentre il triangolo superiore della
sospensione anteriore viene annegato
all’interno di una carenatura, che forma un
profilo alare unico con la parte superiore
delle fiancate, dando vita ad uno dei
condotti più lunghi della storia. Se le
risultanze della galleria del vento
dovessero trovare conferma in pista,
l’Arrows non avrebbe rivoli, si rivelerà
invece un azzardo tecnico. Un autentico
flop. Un progetto tanto innovativo, quanto
impossibile da mettere a punto
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