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FORMULA 1
CATERHAM
Ravetto, ci può spiegare il suo ruolo
nel cambio di proprietà alla Cater-
ham?
«Non ho avuto nessun ruolo. Ho solo rice-
vuto una telefonata venerdì notte dal mio
buon amico Colin Kolles, che rappresenta i
nuovi azionisti. “Affare fatto – mi ha detto
– benvenuto a bordo”».
E' sorpreso di ritrovarsi improvvisa-
mente in F.1 dopo le sue precedenti
esperienze con la Spyker e la HRT?
«Un po' sì. Da quando si era concluso il
nostro accordo con la HRT nel 2011 io e
Colin abbiamo parlato con diversi investi-
tori e siamo stati in trattativa con altri team,
ma non se ne era mai fatto nulla. Devo
ammettere che la mia vita si è svolta molto
lontano dalla F.1, compreso l'acquisto di
una squadra di calcio in Italia, quindi sì,
sono rimasto abbastanza sorpreso dalla
telefonata».
Qual è la situazione del team al
momento? Presumibilmente Tony
Fernandes non l'avrà abbandonato
senza una ragione...
«La mia sensazione è che i proprietari pre-
cedenti avessero staccato già da tempo la
spina, il team non credeva neppure che
avremmo corso a Silverstone. Ma non solo
siamo riuscito a correre a Silverstone,
abbiamo fatto anche i test e siamo stati in
pista a Singapore. Nel frattempo abbiamo
fatto progressi evidenti con la macchina, e
continuiamo a lottare. Ma voglio essere
chiaro: la prendiamo come viene. Siamo
molto rilassati. Penso che abbiamo già
compiuto un piccolo miracolo per portare
il team fin qui. Abbiamo aggiunto altri pic-
coli miracoli compiendo dei progressi e
stando davanti alla Marussia in termini di
velocità e molto vicini alla Lotus e alla Sau-
ber. Siamo qui per produrre miracoli!».
Quanto dureranno, questi miracoli?
«Speriamo di riuscire a stabilizzarlo abba-
stanza in fretta. Questo è il nostro obietti-
vo al momento: stabilizzare il paziente».
A sentirla sembra quindi dell'idea
che il team riuscirà a essere della
partita nel 2015...
«Stiamo testando proprio adesso a Colonia
la vettura 2015, nella galleria del vento del-
la Toyota. E ovviamente non ti fanno usa-
re la galleria del vento a Colonia solo per-
ché sei simpatico. Puoi farlo solo se metti
dei soldi sul tavolo, e noi l'abbiamo fatto. E
questo significa che siano pienamente
impegnati a essere inpista l'anno prossimo.
Un team di F. 1 e l'iscrizione alla F.1 sono
capitali molto importanti, e dunque biso-
gna fare il massimo per tutelarli».
Quali sono i prossimi passi della
vostra strategia di sopravvivenza?
«Al momento stiamo cercando di sviluppa-
re la nostra vettura attuale. Vogliamo intro-
durre nuovi particolari e nuove soluzioni
perché il nostro obiettivo è il decimo posto
nel campionato costruttori. Raggiungerla è
molto importante per noi, ma non vitale.
Abbiamo un piano che prescinde dalla
posizione, perché vogliamo dare un futuro
all'azienda. Dobbiamo ristrutturare il
dipartimento tecnico e metterlo sotto il
controllo di John Iley e del suo staff. Ci sono
datimolto interessanti, anche se ovviamen-
te non costruiremo una vettura capace di
vincere il titolo».
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