5 Feb [17:26]
CONTROCANTO
di Guido Rancati
Settantasei giorni all’alba. Poco più di due mesi e sulle strade del 1000 Miglia prenderà l’avvio anche il Trofeo d’Italia Rally GT. Forse. O forse prima, se quelli che hanno un posto nella stanza dei bottoni non resteranno insensibili al grido di dolore di chi un gitì già ce l’ha e vorrebbe tanto avere almeno un paio di gare in più a disposizione per noleggiarla. Magari qualche ronde per allargare il ventaglio dei possibili clienti. La proposta c’è e non è né peggio, né meglio di tante altre. Venghino signori, venghino... Tanto, dilatare i calendari fino all’inverosimile è una delle cose che storicamente sono riuscite meglio ai dirigenti dell’automobilismo sportivo. E che sarà mai se alla fine il numero delle gare valide per assegnare l’ennesimno titoletto tricolore sarà maggiore del numero di quelli che frequenteranno una serie che, finora, assomiglia parecchio alla famosa Bella di Torriglia, quelli che tutti vogliono e nessuno se la piglia.
Se ne è parlato parecchio, della serie riservata ai gentleman. Fra gli appassionati attratti dall’idea di vedere in azione Ferrari, Maserati, Porsche, Aston Martin, Lotus e chi-più-ne-ha-più-ne metta. Ma anche fra gli addetti ai lavori e nelle riunioni ufficiali. Nelle quali, dai e dai, aprire le porte delle corse su strada alle gran turismo è diventata una priorità. Anche se così non è, anche se i problemi del rallismo del Bel Paese sono ben altri. E non sarà la presenza di un manipolo di – s’ha da presumere – vecchie glorie e giovani ricchi con auto dal cognome nobile e dalla voce possente a contribuire a risolverli.
Con buona pace di chi ha suonato la grancassa e dopo aver preteso – e ottenuto – per le pluricilindriche una classifica a parte, ora chiede percorsi corti, con prove speciali non troppo strette e possibilmente senza tornanti. Perché vabbé la storia e la tradizione, ma mica si può pretendere che uomini e mezzi si adattino ai tratti cronometrati sui quali si corre più o meno da sempre...
di Guido Rancati