22 Dic [16:39]
Rovanpera si racconta e
pone gli obiettivi per il 2020
Mattia Tremolada
In un’intervista rilasciata al sito ufficiale del WRC, il giovane talento Kalle Rovanpera ha parlato della stagione appena conclusa, per lui trionfale con cinque vittorie su dieci gare disputate e il titolo mondiale di classe WRC2 Pro, riservata alle vetture R5 schierate dalle squadre ufficiali. Rovanpera ha parlato anche della prima presa di contatto con la Toyota Yaris WRC+ che guiderà nel mondiale 2020 e delle proprie aspettative sulla stagione alle porte.
Classe 2000, il figlio di Harri (vincitore del Rally di Svezia nel 2001) ha conosciuto la popolarità all’età di 9 anni, quando il suo video alla guida di una vettura da rally è diventato virale su Youtube. Dopo essere rimasto lontano dalle auto per un paio di anni, il quattordicenne Rovanpera ha iniziato un intenso programma di gare in Estonia e Lettonia dove non è richiesta la patente per gareggiare. Il pilota finlandese rappresenta, insieme a Oliver Solberg, figlio del campione del mondo 2003 Petter, il futuro a breve e medio termine del mondo dei rally, e insieme al giovane pilota norvegese è atteso a dare grande spettacolo nei prossimi anni, riproponendo una sfida parallela a quella tra Max Verstappen e Charles Leclerc.
Quali sono le tue sensazioni dopo i primi test con la Yaris?
“Molto buone, tutto è andato come speravo. In Francia sono salito per la prima volta sulla macchina dal 2016, quando provai il primissimo prototipo della Yaris, che negli anni è cambiata completamente, diventando molto veloce. Devo imparare a sfruttare l’aerodinamica e molte altre cose che la R5 non ti insegna. Non vedo l’ora di lavorare sulla vettura, ho già in mente diversi accorgimenti da fare. Gli ingegneri della squadra sono competenti, lavorano tutti molto bene e mi hanno aiutato parecchio a integrarmi nel team”.
Quale sarà il tuo obiettivo nel 2020?
“Non saprei sinceramente quali obiettivi pormi. Nella prima parte di stagione cercherò di familiarizzare e conoscere l’auto, rimanendo tranquillo per quattro o cinque gare, anche se voglio sempre essere veloce, iniziare a mostrare la mia velocità e gareggiare contro gli altri piloti. Avrò bisogno di esperienza, ma entro fine stagione voglio essere competitivo”.
Che cosa si prova ad essere campione del mondo a soli 19 anni?
“È molto bello. Quest’anno ho avuto una grande pressione: non è piacevole quando tutti pensano che sia facile vincere il campionato. Abbiamo mostrato una grande velocità in estate, vincendo quattro gare consecutive. Ho commesso un piccolo errore in Germania, una nota sbagliata, ma è stato positivo che sia successo ora e non su una WRC. Dopo due anni posso dire di aver avuto un bel periodo in Skoda, sono un vero e proprio team ufficiale. Lascio una grande squadra e belle persone”.
L’inizio della stagione però non era stato dei più semplici…
“Non è stato positivo, ma ho sempre saputo per quale motivo. C’erano molti problemi, miei errori o come in Corsica quando c’erano non abbiamo trovato il giusto set up della macchina. Sapevo di essere ancora forte, sono solo state un paio di gare sfortunate a inizio anno”.
Il punta di svolta è stato in Cile?
“Era la mia prima volta con Toksport. Mi sono divertito molto ed è stata la dimostrazione del nostro potenziale quando lavoriamo all’unisono con la squadra. È stato positivo per noi vincere il primo rally dell’anno in quel momento. Mi è piaciuta molto quella squadra, così professionale”.
Quanto è stato bello vincere in casa al Rally di Finlandia?
“Tantissimo! C’erano tanti piloti veloci con le R5, ma alcuni hanno avuto qualche problema, mentre noi abbiamo condotto una gara pulita. Non ho più dovuto spingere forte dopo due o tre speciali. È stato bello poter disputare il proprio rally di casa e godersi i salti senza esagerare”.