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Dizionario
Frizione
" dal latino "frisare", in italiano "fregare" o “sfregare”.
Il termine descrive il principio di funzionamento del-
la frizione che genera attrito in funzione della forza
tra due superfici in movimento che sfregano tra di
loro.
Sterzo
Una parola di d'origine longobarda che descrive il
"manico dell'aratro".
Autodromo
Torniamo alle corse dei cavalli da cui tanti vocaboli
del Motor Racing derivano. Nel primo novecento, con
l’avvento prepotente delle automobili, la parola Auto-
dromo è stata coniata per analogia a ippo-dromo, lo
stadio per le corse dei cavalli.
Circuito (Circo )
Un’altra parola legata al vocabolario dei cavalli! Simi-
le a cerchio, indica l’area quasi ovale e comunque a
perimetro chiuso di un anfiteatro nel quale si esegui-
vano in epoca romana i giochi specialmente equestri
Corsa
Dal latino “correre”, proprio dell’acqua dei fiumi; è
una parola nata in Italia nel ‘700. Ecco una divertente
definizione dell’epoca: “propriamente l’atto del cor-
rere e in senso speciale l’andare girando e rigirando
che fanno le carrozze e le persone per passatempo o
sollazzo in una o più vie della città”. Da questa parola
sono nate poi “Corsia” (lo spazio vuoto o delimitato
nei teatri o negli stadi), “Corriere” (informazione
scambiata durante la corsa), “Corsaro” (pirata inglese
che con navi piccole e velocissime attaccava i galeoni
spagnoli carichi d’oro), Corsivo (scritto di “corsa)
Lap
Dall’inglese medioevale læppa che significava “stri-
scia” o “ornamento di un vestito”, nel senso di gar-
landa, parte inferiore di un vestito. Da lì nel ‘700 è
passato a indicare “aggiunta di una stoffa sopra un’al-
tra”, “ ricopertura” e nel tardo ‘800 il significato si è
esteso al gergo delle corse dei cavalli nell’espressione
“lap somebody” or “get a lap ahead (of someone) on
a track"
Giro
“Gyros” in greco e latino, indica “curvo”, “rotondo”,
“piegato ad arco”: propriamente la linea tracciata sul
terreno per delimitare uno spazio di proprietà.
"prezzo di mercato" che richiede la profonda
conoscenza dei prezzi della concorrenza e
delle relazioni multinazionali, la stima preci-
sa dei propri costi fissi di struttura e di
magazzino. L’artigiano trattamerci arcinote,
contratta il "giusto prezzo" con il cliente arri-
vando velocemente all'accordo sul valore.
L’artigiano dell’Atelier del ‘700 trattava bene
la domestica di Madame per deferenza e tal-
volta convenienza, maMadame lominaccia-
va di andare a comperare altrove; l’artigiano
faceva piccoli doni nelle grandi occasioni per
ottenere labenevolenzadiMadamee talvolta
faceva la cresta: c’era di fatto un forte legame
di reciproca dipendenza tra cliente e fornito-
re. Anche oggi gli Atelier del Motor Racing,
eredi dell’artigiano, riescono a porsi come
depositari di affidabilità,merito, riservatezza
e confidenzialità e il "giusto prezzo” tiene in
vita sia il cliente sia il fornitore, legati tra loro
da consuetudini e da un destino comune;
l’applicazione del "prezzo di mercato"
potrebbe risultare distruttivo per uno o per
l'altro. Nella teoria del "giusto prezzo" il
cliente conosce il fornitore e sa come il for-
nitore spende i soldi e lo giudica, potendo
anche alla fine cambiare fornitore e quindi
interrompere la relazione; il cliente talvolta
compra a credito o con dilazione, può sosti-
tuire lamerce, ricevere dal fornitore dei con-
sigli e raccontargli pettegolezzi senza timore
di leggerli il giorno dopo su Internet».
Una vista del Museo Dallara a Indianapolis
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