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In merito sono circolate parecchie indiscrezio-
ni negli ultimi tempi e il fatto che alla Federa-
zione sia stato recentemente ceduto l’uno per
cento del business della Formula 1 non fa di
certo dormire sonni tranquilli ai media. I quali,
da parte loro hanno le loro brave colpe: non
interessa la carta stampata, i fotografi sono
solo inutili rompiscatole? Ebbene,senza emu-
lare gli eccessi di certi sindacalisti nostrani,
proviamo ad immaginare quotidiani e periodi-
ci che in tutto il mondo, almeno per un Gran
Premio, escono solo con notizie e senza imma-
gini e al posto di queste ultime tanti spazi neri:
come pensate reagirebbero la Federazione ed
Ecclestone? Invece no, si continua ad accettare
supinamente ogni diktat, come se nulla fosse.
Tanti mugugni, ma nessuna rimostranza che
lasci veramente il segno e il potere dei soliti
noti che cresce in una Formula 1 sempre più
feudale, più isolata e più autoreferenziale. Pec-
cato che il caso dei media “ghettizzati” in sala
stampa non sia l’unico a creare inquietudine
nell’attuale Formula 1. Cosa dire dell’abdica-
zione in favore della televisione digitale? Nulla
da eccepire sulla qualità del prodotto, sulla
tempestività e sulla completezza dell’informa-
zione ma, provate a parlare con gli sponsor e vi
renderete conto di quale malcontento serpeggi
nei paddock. Il famoso costo-contatto, che
mette in relazione i soldi investiti, col numero
di persone che vengono raggiunte da un deter-
minato messaggio pubblicitario (nel caso della
Formula 1 dalla visione di un marchio presente
sulla carrozzeria di unamonoposto) è cresciuto
a dismisura nell’ultimo anno. Un conto è tra-
smettere certe immagini in chiaro, e raggiun-
gere platee di svariati milioni di persone, altra
cosa è intercettare l’attenzione di un numero
ridotto di potenziali consumatori. Il tutto in un
periodo di grave recessione economica, dove le
risorse (leggi sponsorizzazioni) diventano una
merce sempre più rara e dove i team in grado
di affrontare, senza patemi d’animo un’intera
stagione di Formula 1, si contano sulle dita di
una mano. Il mondo reale è questo, ma pochi
nel Circus della velocità pare se ne siano resi
conto. Quanto tempo potrà ancora andare
avanti così?
E SE LA STAMPA SCIOPERASSE?