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FORMULA 1
TOTO WOLFF
Prima il 15 per cento della Williams (di cui
ha iniziato a disfarsi lo scorso settembre),
poi il 30 per cento della Mercedes Grand
Prix. Uomo pragmatico, Toto Wolff ha scel-
to la via più rapida per garantirsi una pre-
senza di rilievo in F.1, quella dell'acquisto di
azioni. Al manager austriaco, già pilota
capace di aggiudicarsi una vittoria di classe
alla 24 Ore del Nurburgring, va però rico-
nosciutauna certa efficacia. L'annomigliore
dell'era recente Williams, il 2012 in cui
Pastor Maldonado riuscì a vincere il GP di
Barcellona, lo ha visto infatti spiccare nel
ruolo di Direttore Esecutivo, e anche al suo
arrivo in una struttura "forte" come quella
Mercedes non ha mostrato alcuna timidez-
za, imponendosi subito in un ruolo operati-
vo e diventando il motore dei recenti cam-
biamenti che hanno visto Ross Brawn
lasciare definitivamente la squadra. Due
stagioni tutt'altro che noiose le ultime di
Wolff, che è ben felice di raccontare come
vede il proprio futuro e quello della F.1.
Ora che Brawn ha lasciato la sua scri-
vania, la struttura Mercedes è cam-
biata. Lei è Direttore Commerciale
mentre Paddy Lowe è responsabile
dell'area tecnica, ma almomento non
c'è un vero e proprio Team Principal.
Mercedes sarà il primo team a man-
dare in pensione quel tipo di figura?
"Direi proprio di sì, è un ruolo che appartie-
ne al passato. La struttura che abbiamo
deciso di implementare prevede che ogni
membro del management abbia capacità
ben precise. Paddy ovviamente è più ferrato
sulla parte tecnica e sulla gestione sportiva,
mentre io sono concentrato sull'area com-
merciale. La differenza rispetto a prima è
che lavoriamo insieme integrando uno le
competenze dell'altro, e che questo fa sì che
non ci sia più bisogno di una persona singo-
la che prende tutte le decisioni".
Sta dicendo che col tempo non vedre-
mo più persone che all'interno dei
team hanno il controllo di tutto, che
le squadre si sposteranno sul vostro
modello?
"Se fate caso, il ruolo del Team Principal
non è previsto in nessun altro sport. Guar-
date il calcio: c'è un allenatore, un presi-
dente e qualcuno che gestisce la parte com-
merciale. In F.1 quella posizione è nata per
rappresentare il ruolo dei fondatori dei
team come Frank Williams o Ken Tyrrell, o
figure di altissimo livello come RonDennis,
che curavano ogni aspetto del team. Loro,
però, gestivano strutture di 100-200 perso-
ne, una cosa ancora possibile per un uomo
solo in unmomento in cui questo sport non
era organizzato a livello professionale come
è adesso. Diciamo che quel ruolo è un'ere-
dità del passato, delle radici del motor-
sport".
E quindi chi di voi presenzierà agli
incontri dei Team Principal durante
la stagione?
"Sarò io a rappresentare il teameMercedes-
Benz negli incontri delloStrategyGroup con
i maggiori azionisti della F.1".
Siamo abituati a vedere i piloti muo-
versi da un team all'altro, ma rara-
mente si è visto un terremoto come
quello recente nei ruoli di manage-
ment dei top team.Qualeneè laragio-
ne secondo lei?
"Credo che l'ambiente della F.1 sia sempre
statomolto competitivo, ma che negli ultimi
anni quella competitività si sia elevata al
quadrato. Questo fa sì che non ci possano
essere punti deboli nelle dinamiche di un'or-
ganizzazione, e che questa abbia bisogno di
essere analizzata costantemente per capire
se sta funzionando nel modo giusto. Ciò
include anche i membri del team con le loro
diverse personalità e caratteri, capacità e
competenze. Ogni membro della squadra
deve capire appieno il suo ruolo e fare la sua
parte del lavoro impegnandosi al massimo.
Ripeto, i tempi in cui una persona sola deci-
deva la politica del team, le questioni relative
agli azionisti e si occupava anche della parte
sportiva sono finiti. Pensiamo che il modo in
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