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F2012
PIÙ ALONSO CHE FERRARI
Per la seconda volta, nell’arco di tre anni, Fernando Alonso vede evaporare il mon-
diale all’ultima gara in calendario. Nel 2010 era accaduto per colpa di unmarchiano
errore dei box, mentre nel 2012 i punti che, dopo venti combattute gare, lo separano
da Vettel, sono appena tre. Un’inezia, una disegno crudele del destino, che più di
ogni altro dato, confermano la classe, la grinta, la concentrazione del pilota astu-
riano. E quando Alonso dice “Nel 2012 sono stato battuto da Newey” o ancora “Il
mio avversario più temibile è Hamilton, non Vettel”, in fondo bisogna credergli.
Nel 2012 il numero uno di Maranello disputa forse la migliore stagione della sua
carriera e se il titolo non arriva è per colpa di una Ferrari F2012 nata male, rimessa
in sesto nella parte centrale del campionato, poi “plafonata” nell’ultimo scorcio di
stagione, quando la Red Bull progrediva di gara in gara, mentre le modifiche aero-
dinamiche introdotte dai tecnici del Cavallino non davano gli esiti sperati. Ecco il
mondiale 2012 può essere riassunto in quest’unica immagine: una Red Bull che
cresce, mentre la Ferrari resta ferma al palo e Alonso, che nel paddock viene
unanimemente considerato il migliore pilota attualmente in circolazio-
ne, a farne le spese. Un Alonso fortissimo, ma frenato da una
monoposto che in qualifica non riesce a mandare in tem-
peratura le gomme sul giro secco e in gara, tanto per cam-
biare, manca di carico aerodinamico. Dopo la messa al
bando dell’effetto soffiaggio, McLaren e Red Bull lavo-
rando sulla forma dei pontoni laterali, sulla gestione del
motore e, naturalmente, sull’ubicazione degli scarichi,
riuscendo a recuperare buona parte della deportanza di cui
disponevano nel 2011. Dal canto loro le rosse di Maranello
continuano ad essere invece impacciate nei transitori e, con una
macchina che ha poco carico in curva, nella Formula 1 moderna
non si va molto lontano. A proposito di carico, non si sa se per giu-
stificare la superiorità tecnica della Red Bull o per minimizzare la
sconfitta, puntuale a fine stagione riemerge il problema legato alla gal-
leria del vento di Maranello, che non sopporterebbe il passaggio dai test,
su modelli al 50%, a quelli su modelli di maggiori dimensioni al 60%.
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FORMULA 1
LA TECNICA – V8 7. PUNTATA
FLUIDODINAMICA
DA RIVEDERE
Per tentare di portare a casa il mondiale 2012, in vista degli ultimi decisivi Gran
Premi in calendario, i tecnici del Cavallino sfornano novità a tutto spiano, senza
però sortire gli effetti sperati. In particolare aMaranello si lavora su più fronti: sulla
messa punto, per migliorare la guidabilità della F2012 e naturalmente sulla parte
posteriore della vettura. A più riprese vengono modificati il profilo dell’estrattore
posteriore, gli scarichi e le paratie terminali dell’ala posteriore, senza però incidere
più di tanto sulle performance della F2012 che, anzi, inprova peggiora decisamente,
rispetto alla pole della Germania. Gli unici risultati apprezzabili arrivano sulle velo-
cità di punta, dove la F2012 fa registrare significativi progressi, rispetto alle pre-
stazioni di inizio stagione. Per migliorare le prestazioni velocistiche del mezzo viene
rivista tutta la fluidodinamica interna e, ad un certo punto del campionato, si ipo-
tizza addirittura un diverso posizionamento delle masse radianti, che sulla F2012
(come si può vedere nel disegno) sono montate a “ventaglio”, mentre su Red Bull
e McLaren sono inclinati rispetto al senso di marcia.
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