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Filippo Zanier
"Considerando che eravamo venuti a Sin-
gapore per limitare i danni, possiamo
considerarci soddisfatti di com'è andata
visto che fino a due giri dalla fine stava-
mo portando a casa gli stessi punti dei
nostri rivali in campionato". Parole di
Rob Smedley, che riassumono in modo
fedele quello che è stato il GP di Singapo-
re della Williams. Su una pista priva di
grandi allunghi, su cui il motore Merce-
des si è quindi dimostrato meno determi-
nante, e con un asfalto molto scivoloso su
cui erano richiesti alto carico e tanta tra-
zione, il team britannico sapeva che la
FW36 era destinata a soffrire. Invece, già
dalla qualifica, le monoposto del team di
Grove si sono confermate non certo allo
straordinario livello visto a Monza, ma
capaci di lottare alla pari con le rivali
dirette nella lotta per il terzo posto tra i
costruttori, le Ferrari F14T. Rispettiva-
mente sesto e ottavo nelle prove crono-
metrate, in gara sia Felipe Massa sia Val-
tteri Bottas hanno poi avuto un buon
avvio, sfruttando la non partenza di Nico
Rosberg per piazzarsi stabili in quinta e
settima posizione. Con il brasiliano lon-
tano da qualunque insidia e il finlandese
in battaglia con il connazionale Kimi
Raikkonen per la sesta piazza le cose sem-
bravano mettersi meglio del previsto per
la truppa di Frank Williams, ma a com-
plicare le cose è arrivata la safety-car.
Con la vettura staffetta in pista per per-
mettere ai commissari di raccogliere i
brandelli sparsi dalla Force India di Ser-
gio Perez, Smedley ha infatti deciso di
tentare il colpaccio: avendo già montato
le due mescole a disposizione su entram-
be le vetture, il boss del muretto Williams
ha tentato di portare sia Massa sia Bottas
al traguardo senza ulteriori pit-stop. Un
obiettivo decisamente ambizioso perché
tenendo conto che i due si erano fermati
rispettivamente al 22° e al 23° passaggio
per montare entrambi un set di soft nuo-
ve, significava chiedere alle Pirelli morbi-
de di reggere per ben 38 giri, cioè oltre
190 km. Una vera "mission impossible"
che alla fine, se non altro, ha avuto il
merito di mettere in evidenza le doti dei
due piloti. Massa, contro ogni previsione,
è infatti riuscito a "coccolare" i propri
pneumatici in modo magistrale per tutta
la durata del lunghissimo stint fino a
tagliare il traguardo in quinta piazza e
senza patemi “guidando come una non-
na”, ha poi simpaticamente dichiarato.
Diverso l'esito finale per Bottas, che però
merita comunque un plauso. Dalla ripar-
tenza in poi, infatti, il finnico è stato
pressato per oltre venti giri da un grup-
po di macchine che, rimaste su una stra-
tegia a tre soste, potevano contare su
gomme che avevano dai 10 ai 20 giri in
meno sulle spalle rispetto alle sue. In
breve dietro a Valtteri si è formato un tre-
nino composto da Raikkonen, Hulken-
berg, Perez, Magnussen e Vergne, grup-
pone che il pilota Williams, nonostante
FORMULA 1
GP SINGAPORE
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