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FORMULA 1
LA TECNICA – V8 2. PUNTATA
Testi, foto e disegni di Paolo D’Alessi
o
Neanche Alfred Hitchcock o George Simenon o Agatha Cristie avrebbero saputo, scrivere
un giallo dal finale tanto imprevedibile. Quella che alla vigilia del Gran Premio di Cina del
2007 sembrava una mera utopia si trasforma in realtà, in un finale di stagione più incerto,
appassionante e imprevedibile di tutta la storia della Formula 1. Ma andiamo con ordine.
Come noto il mondiale di Formula 1 2007 è dominato dall’affaire “spy-story”, che vede
coinvolte Ferrari, nella parte lesa, e McLaren in quella del colpevole, di colui che sottrae
informazioni tecniche all’avversario, per trarne indubbi vantaggi. Invece, a Shanghai capita
quello che non ti aspetti. Al pupillo di Ron Dennis, Lewis Hamilton, basta un piazzamento
per diventare iridato, ma l’inglese non ci sta. Vuole dimostrare di essere il nuovo fenomeno
del Circus (e lo è essendo al debutto in F.1), l’erede naturale di grandi campioni del calibro
Ayrton Senna o Michael Schumacher. Addirittura Dennis gli promette una Mercedes da
un milione e mezzo di dollari se saprà conquistare due titoli mondiali nell’arco di tre sta-
gioni. In questo delirio di onnipotenza né Hamilton né il suo spocchioso team manager si
accorgono che le condizioni climatiche stanno cambiando e la Ferrari di Kimi Raikkonen
recupera preziosi secondi ad ogni passaggio. Risultato: la guida aggressiva di Hamilton
riduce la gomma posteriore destra sulle tele e quando questi si decide finalmente di rien-
trare ai box per il pit-stop, la mancanza di battistrada lo fa insabbiare nella via di fuga che
precede i box. InBrasile, per l’ultima gara, gli basta controllare gli avversari per conquistare
matematicamente il titolo. Ancora una volta però, il “baby-prodigio” non ci sta. Infilato da
Raikkonen e Alonso in partenza, cerca di reagire, col risultato di andare lungo e farsi risuc-
chiare dal gruppo. In condizioni normali per riagguantare avversari e titolo gli basterebbero
pochi giri, ma Hamilton commette un terzo, imperdonabile, errore, azionando la leva del
“folle” e prima di riattivare la procedura di partenza passano una trentina di interminabili
secondi. Alonso, con una McLaren in netta difficoltà, non va oltre un modesto terzo posto,
mentre la Ferrari fa doppietta e Raikkonen, al sesto successo stagionale, si laurea inaspet-
tatamente campione del mondo. Era dal 1986, dalla lotta a tre tra Nigel Mansel, Nelson
Piquet e Alain Prost, che non si assisteva ad un finale di stagione tanto incerto e soprattutto
a tanti errori da parte del team e del pilota favoriti.
FERRARI 2007
BATTE ANCHE LE SPIE
Il mondiale 2007 va dunque in archivio con una Ferrari prima nella classifica piloti e in
quella costruttori. E dire che, ad inizio anno, quando vengono sollevati i veli sulla F2007,
da molte parti si parla di una Ferrari F2007 penalizzata dal passo lungo. Nulla di più sba-
gliato. Se si escludono alcuni tracciati particolarmente penalizzanti per le caratteristiche
della rossa (leggi Montecarlo e Hungaroring), nel corso della stagione 2007 il passo lungo
della rossa si dimostra una scelta vincente. Ma non è il solo e unico pregio dellamiglio-
re monoposto del 2007. Anche se il “layout” è simile alla 248 F1, le differenze con
la Ferrari del 2006 sono numerose e sostanziali, talmente evidenti da far parlare
di una nuova generazione di Ferrari da Gran Premio. Diverse sono ad esempio
l’aerodinamica, la sospensione anteriore,direttamente ancorata alla parte bas-
sa della scocca, la forma e la collocazione dei radiatori e soprattutto la distri-
buzione dei pesi, per meglio adattarsi allamonogomma Bridgestone. Non solo.
La F2007 è anche la vettura che nel corso della stagione 2007 subisce i
cambiamenti più radicali, soprattutto sul fronte dell’aerodinamica.
A partire dal Gran Premio d’Ungheria la rossa di Maranello adotta
una rinnovata sospensione posteriore, dotata di un terzo ammortiz-
zatore trasversale, montato sul cambio, per il controllo dell’altezza
da terra. Unico neo del progetto F2007, l’affidabilità. Quella che una
volta era una delle caratteristiche vincenti delle rosse, in alcune circo-
stanze lascia a desiderare. Soprattutto nella prima parte della stagione,
quando una serie di ritiri e rotture che penalizzano Massa e Raikkonen e
costringono la Scuderia di Maranello di rimandare la conquista del doppio tito-
lo iridato all’ultima gara in calendario. Meglio tardi, che mai...
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