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mica zero. Quanto costa organizzare un
campionato di monoposto? I costi sono
banalmente “consumi di risorse”, o meglio,
dal momento che nulla magicamente risor-
ge giorno dopo giorno, consumi di materie
prime o di loro derivati; tra lematerie prime
non riciclabili dobbiamo includere il nostro
tempo personale, che nonpossiamo compe-
rare o vendere, accumulare o barattare, e
così pure lo spazio reso improduttivo dal-
l’asfalto dei circuiti, i capannoni abbando-
nati, le scorie chimiche, i componenti in car-
bonio e i pneumatici. Partiamo dai budget
di spesa delle squadre, dai circa 800.000$
per la Indy Lights ai circa 3.000.000$ per
una vettura GP2. Moltiplichiamo per gli
iscritti (15 per la Indy Lights e 24 per la GP2
) e troviamo le spese delle squadre (da 10 a
70 milioni di dollari). Ma la maggior parte
di questi soldi non arrivano agli organizza-
tori, perché vanno a coprire le spese di per-
sonale, alberghi, viaggi, attrezzature, offici-
ne, etc; e in questo già si vede un corposo
consumo di risorse umane e materiale. Solo
le tasse di partecipazione ai campionati arri-
vano agli organizzatori, circa il 5% del bud-
get delle squadre, al netto dei premi. Con
questi introiti arriviamo a cifre variabili da
500.00$ a 3milioni di dollari. Aggiungiamo
i contratti televisivi e i contributi dai circuiti,
quando ci sono e arriviamo ad una cifra
intorno a 2–6milioni di dollari all’anno. Gli
organizzatori poi devono sostenere spese
per il personale tecnico e marketing, predi-
sporre premi, trasferte, attrezzature di cro-
nometraggio, prove di omologazione e
ricerca sulla sicurezza etc…Come si soprav-
vive al tempo della crisi? Negli Stati Uniti
domina il pragmatismo e allora si accorpa-
no i campionati: nel 2008 c’è stata la fusione
tra IndyCar e Champ Car, nel 2013 l’unifi-
cazione tra Grand-Am e American Le Mans
Series. In Europa domina l’individualismo
e quindi si introducono altri e nuovi cam-
pionati, le novità per il 2014 sono la Formu-
la 4 edora laFormulaE. Con il pragmatismo
ci si salva tutti, con l’individualismo si muo-
re uno alla volta».
Come si amministra il budget di un
piccolo team? Quali sono le voci da
considerare? Da dove si inizia la sca-
lata?
«Nelle competizioni non c’è budget. Si
spende quello che si ha e forse qualcosa di
più, sperandodi vincere…NelMotorRacing
c’è la strana mentalità che sia meglio com-
petere per vincere senza profitto piuttosto
che fare profitto e finire in fondo alla clas-
sifica. Vincere aumenta il fatturato dei pro-
dotti sponsorizzati, a detrimento del fattu-
rato dei prodotti sponsorizzati da altri (nes-
suno vuole continuare a sponsorizzare un
prodotto “perdente”): per uno che vince,
dieci perdono. Questo paradosso cozza con
la priorità delle aziende industriali di fare
profitto. Allora perché tante aziende inve-
stono nel Motor Sport? Cosa fa saltare il
ragionamento? E’ il cuore, la passione. Si
perdono soldi perché il ritorno è qualcosa
d’altro, il divertimento dei ricchi. La spon-
sorizzazione alla fine è pagare per essere
visti, se si è visti si esiste, anche solo per un
Fabio Leimer
campione GP2
1...,33,34,35,36,37,38,39,40,41,42 44,45,46,47,48,49,50,51,52,53,...90
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