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SPECIALE
IL CUORE NELLE CORSE - 10. PUNTATA
momento, non importa se poi si precipita
schiacciati da una nuova schiera o da una
nuova generazione, così come nelle male-
bolge dell’Inferno Dantesco tra violenti,
barattieri (mercificatori in modo illecito
della cosa pubblica), ipocriti, consiglieri
fraudolenti, seminatori di discordie, maghi,
indovini, simoniaci (avidi di denaro), adu-
latori, ladri, seminatori di discordie, falsari.
In questo catalogo credo che siano rappre-
sentati i tristi che adorano il Dio Denaro. “…
ché la vostra avarizia il mondo attrista”».
Proviamo ad esaminare la questione
da un'altra prospettiva: come fa pro-
fitto un autodromo?
«Ci sono due classi di autodromi. Nella pri-
ma classe ci sono quelli in cui si svolgono
gare deimassimi campionati internazionali,
In Italia c’è soloMonza e forse Imola, in gra-
do di negoziare contratti di cinque o dieci
anni con la Formula 1: circuiti attrezzati per
riprese televisive ad alta qualità, sala stam-
pa multimediale, attrezzature di sicurezza,
accessi ad autostrade e aeroporti, centri
espositivi e di divertimento, zone ospitalità
complete di ogni lusso. Per questi circuiti è
comunque necessario l’intervento statale
perché le ricadute sull’economia e sul turi-
smo sono nazionali. La Formula 1 (Fonte
“Formula Money”) ha un budget di circa 2
miliardi di euro ed il campionato si svolge
su 19 gare: circa 600 milioni dai circuiti,
altrettanti dai diritti televisivi, circa 300
milioni da pubblicità in circuito e altrettanti
dalle zone “ospitalità”. Altri introiti proven-
gono dal merchandising e da negozi tema-
tici. I 600 milioni pagati dai venti circuiti si
traducono in 30 milioni di Euro a Circuito.
I circuiti sostengono altri costi annuali per
20milioni per l’adeguamento continuo del-
le infrastrutture etc. Sul lato dei profitti, cir-
ca 20milioni sono pagati dai biglietti e circa
5 da sponsor locali. E’ un’economia di orga-
nizzazioni “noprofit”! ameno chenon inter-
venga lo Stato, lo Sceicco, lo Sponsor o che
un paese concorrente offra qualcosa in
meno…Nella seconda classe ci sono i circui-
ti minori, in Italia ce ne sono almeno venti:
Varano, Binetto, Magione, Adria, Misano,
Cremona, Modena, Cellole, Pergusa, Valel-
lunga, Salerno e altri ancora. Troppe piste
hanno diluito il fatturato che più o meno
tocca a ciascuno e una pista nelle immediate
vicinanze non sprona i tifosi amuoversi lon-
tano da casa. Senza gare di campionati
importanti non si vendono biglietti e non si
affitta l’impianto per sessioni di prova a
piloti e squadre. I cartelloni “statici” della
pubblicità sono il passato ma i piccoli cir-
cuiti non possono permettersi gli investi-
menti inmega-schermi con immagini dina-
miche ad alta risoluzione. Gli autodromi di
seconda classe allora cercano di sopravvive-
re organizzando scuole di guida sicura, pre-
sentazioni alla stampa specializzata, pranzi
e cene in circuito per ricorrenze aziendali,
gare per biciclette e monopattini, corse
podistiche in un ambiente più sicuro delle
strade pubbliche. I costi degli autodromi di
ogni classe sono comunque ingenti: perso-
nale, strutture di sicurezza che richiedono
manutenzione, assicurazione, pulizie,
accordi con elisoccorso e strutture sanitarie.
Il loro fatturato è insidiato dai simulatori,
dalle competizioni online e dalle competi-
zioni sempre più frequenti nei circuiti tem-
poranei cittadini (come dimostra la IndyCar
GP F.1 a Monza
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