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24 Gen [17:05]

La forza di chiamarsi Seb: Loeb
e Ogier da 20 anni sul tetto del mondo

Michele Montesano

Da vent’anni dominano la scena del WRC e, se non fosse per una loro scelta, continuerebbero a farlo per almeno un altro lustro. Stiamo parlando dei Sebastien del Mondiale Rally: Loeb e Ogier, due veri fuoriclasse del traverso. Diciassette titoli in due e ancora una voglia incontenibile di nuovi stimoli e vittorie. Da un lato il pilota simbolo che ha reso grande e imbattibile la Citroën nei rally, dall’altro uno dei pochi che è riuscito a conquistare titoli con più marchi (Volkswagen, Ford M-Sport e Toyota). Oltre al passaporto, e al nome, i due Seb’ sono accomunati dallo stesso sacro fuoco che arde nelle loro viscere, dalla smania di annichilire gli avversari e di inanellare record su record.

Come nelle migliori storie di sport, i due sono ritornati ad incrociare le armi sulle strade del Rally per antonomasia, quel Montecarlo croce e delizia degli specialisti del traverso. E, per aggiungere altra carne al fuoco, proprio in occasione di un cambio regolamentare epocale quale il debutto delle Rally1 ibride. Non avevano bisogno di dimostrare altro, ma la voglia di poter tornare su quell’asfalto ricco di insidie e ghiaccio era troppo forte. 

M-Sport e Loeb un sogno che si è materializzato

Si può credere al destino o meno, ma le strade che hanno fatto incrociare Loeb e il team M-Sport non lascia dubbi. Entrambi venivano da un periodo difficile e ostico nei rally. La squadra diretta da Malcolm Wilson ormai in crisi d’identità e di successi, con l’ultimo trionfo risalente al 2018 proprio grazie ad uno stratosferico Ogier nel Rally di Gran Bretagna. Poi più nulla, se non una spirale di insuccessi e frustrazioni. Dal canto suo Loeb, 47 primavere, veniva dall’ultima esperienza part-time con Hyundai Motorsport non proprio entusiasmante. A pesare come un macigno quella prestazione sottotono al Montecarlo del 2020, sesto e mai in grado di riuscire a trovare il ritmo dei migliori.



Tante domande, troppe incognite e un solo modo per fugarle: disputare insieme il ‘Monte’. Arrivato da una Dakar che l’ha visto protagonista ed ottimo secondo, Loeb si è immediatamente calato nell’abitacolo della nuova Ford Puma cercando di prendere i riferimenti. Per poi confrontarsi direttamente con il cronometro e gli avversari nelle PS. A 10 anni dal suo ultimo iride, 3 dalla sua ultima vittoria e 16 mesi dal suo ultimo rally nel WRC, il ‘Cannibale’ è tornato a dettare legge.

La fortuna l’ha assistito, ma l’alsaziano ci ha messo tanto, molto, del suo per poter tornare sul gradino più alto del podio, diventando il pilota più 'anziano' a vincere un rally iridato. Domenica non poteva esserci finale migliore per l’avvio della cinquantesima stagione del WRC: a conquistare la novantesima edizione del Rally di Montecarlo è stato l’extraterrestre Loeb, arrivato così a quota 80 vittorie nel Mondiale Rally proprio grazie all’ottavo successo al ‘Monte’. 

A Ogier, l’eterno rivale, l'onore delle armi

Chi deteneva il record di vittorie della prova monegasca era proprio Ogier che, suo malgrado, ha dovuto accettare la sconfitta. Dato ormai verso la strada dell’Endurance, per molti l’impiego part-time del francese poteva essere visto come un tacito accordo fatto con il team Toyota. Costretto, suo malgrado, a disputare meno test con la Yaris Rally1, l’otto volte iridato non ha avuto problemi a cucirsela subito addosso.



Al pronti via, Ogier ha subito dettato il suo ritmo, imprendibile per gli altri, ma non per Loeb. Con la loro sfida sul filo dei secondi, i due hanno riportato il WRC indietro nel tempo. Quasi per timore reverenziale, mai nessuno è stato in grado di intromettersi fra i duellanti. Alla fine solamente la sorte, che in tante occasioni ha dato, questa volta ha sottratto ad Ogier una vittoria quasi sicura. A bloccare l’avanzata del campione in carica è stata la foratura dell’anteriore sinistra, proprio nel corso della penultima prova. Resta assodato che, qualora il pilota di Gap decidesse di affrontare tutto il campionato, con ogni probabilità eguaglierebbe i nove titoli di Loeb.

La descrizione più appropriata su Ogier, nonché un vero e proprio attestato di stima, l’ha fatta Jari-Matti Latvala. Il Team Principal Toyota, e suo ex rivale, appena il francese ha conquistato il suo ottavo iride nello scorso Rally di Monza ha dichiarato: “Solamente vedendo come Seb gestisce un rally, la sua dedizione e il suo approccio, ho capito perché, nella mia carriera da pilota, non sono mai riuscito a vincere un campionato”.



Come sarà il prosieguo della stagione senza di loro?

Non c’è dubbio che i due Sebastien sono di un altro pianeta e, se assistiti dal team e dalla vettura giusti, gli altri possono solamente aspirare al gradino più basso del podio. Seppur a parità di vetture, sia Ogier sia Loeb durante tutto il Montecarlo hanno annientato i rispettivi compagni di squadra capitanati da Elfyn Evans e Craig Breen. La loro esperienza ha indubbiamente accorciato i tempi per ‘capire’ il comportamento di vetture completamente nuove come quelle ibride. Così come un rally, tanto atipico quanto complesso quale il Montecarlo, ha fatto il loro gioco, ma i francesi hanno messo in mostra tutta la loro classe cristallina.

Con diverse generazioni messe in ombra dal loro dominio e il nuovo che avanza ancora acerbo, molto probabilmente non troveremo a breve dei degni eredi. Come più di qualcuno ha affermato, sicuramente senza di loro il Mondiale Rally tornerà ad essere più combattuto e incerto, ma sicuramente perderà tanto spettacolo.