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FORMULA 1
LA TECNICA – V8 8. PUNTATA
FERRARI F138
UN ANNO DA DIMENTICARE
Se il bicchiere è mezzo vuoto in casa Mer-
cedes, cosa dire allora della Ferrari? Il terzo
posto nel mondiale costruttori, alle spalle
di Red Bull eMercedes, non può certo esse-
re considerato un buon risultato per un
team che, dopo la vittoria di Alonso a Bar-
cellona, pensava di poter puntare diritto
all’iride. Invece le ambizioni della rossa si
sono dissolte come neve al sole e non solo
per il passaggio dalle coperture Pirelli con
carcassa in acciaio, a quelle in aramidico:
ancora una voltaMaranello ha palesato evi-
denti limiti nello sviluppo della macchina,
nel corso della stagione, cosa che non acca-
deva invece quando si poteva provare. Da
quando i test sono stati messi al bando dalla
Federazione, per abbattere i costi (altra
ipocrisia, duramente contestata dal Presi-
dente Montezemolo), e da quando i giri in
pista sono stati sostituiti dalla simulazione,
la Ferrari è andata in crisi. Non solo, certe
scelte fatte in questi ultimi anni sul fronte
tecnico si sono dimostrate poco felici, per
non dire disastrose. Un esempio? Col sen-
no di poi è stato un errore imperdonabile
giubilare l’ingegner Aldo Costa (ora in forza
alla Mercedes), per rimpiazzarlo con l’ano-
nimo Pat Fry. Ma è tutto il settore aerodi-
namico che ha deluso: nelle ultime stagio-
ni, che hanno visto la rossa costretta ad
inseguire la Red Bull, per ridurre il divario
nei confronti delle monoposto progettate
da Newey, sono state sfornate un numero
impressionanti di modifiche. Peccato che
solo la minima parte di esse abbia funzio-
nato, mentre quasi tutte le novità che veni-
vano provate sulla Red Bull aumentavano
il tasso di competitività delle monoposto
austro-inglesi. Metodologie di lavoro sba-
gliate, tecnici non all’altezza della situazio-
ne? Solo nelle segrete stanze del Cavallino
sanno dare una risposta a questi interroga-
tivi, una cosa è certa: ora che la galleria del
vento di Maranello è stata finalmente
ristrutturata e la Scuderia si è rafforzata
con l’arrivo di nuovi tecnici, primo tra tutti
quel James Allison che ha realizzato il
“miracolo” Lotus, non ci sono più scuse.
Nel 2014 bisogna cambiare tassativamente
registro, per invertire un trend negativo,
che comincia ad assumere lo spettro dei
lunghi periodi di astinenza (1964-1975,
1979-2000), vissuti dalla Ferrari nella sua
impareggiabile storia.
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