Avremo un giorno un simulatore in
gradodi “teleguidare”unavetturasen-
za pilota? Le gare diventeranno simili
a videogame?
«In California esistono autostrade con corsie
dedicateeattrezzateconsensori di prossimità
annegati nell’asfalto e nei veicoli stessi: su
queste corsievedi veicoli senzapilota chepor-
tano al lavoro persone che leggono o telefo-
nano.Il vantaggio è che è impossibile fare un
incidente, con buona soddisfazione delle
compagnie di assicurazione. Le gare telegui-
date esistono già e addirittura siamo anche
oltre: il DARPA Americano (Defense Advan-
cedResearchProjectAgency)organizzaesov-
venziona competizioni tra veicoli senza piloti
e completamente autonomi (ad esempio tra
Pechino e Parigi o attraverso il deserto del
Nevada): questi veicoli devono decidere il
percorso e arrivare al traguardo senza nessun
intervento umano. Attraverso le competizio-
ni, DARPA raccoglie idee geniali e verificate
sul campoper il futuro. Enel più limitatocon-
testo del nostro simulatore? Quando ricevia-
mo visite al simulatore di scuole o varie per-
sonalità ma non abbiamo a disposizione un
vero pilota, possiamo “replicare” un giro di
pista e mostrare i risultati. Nello svolgere la
replicaperòpossiamoalterare il livellodi ade-
renza, l’assetto e vedere come un pilota vir-
tuale riesce a guidare: certo manca il feed-
back, e senza il feedback dell’uomo che guida
si prendono molte decisioni sbagliate e si
costruiscono macchine sbagliate. Le stesse
gare reali sono, perbuonaparte, giàdei video-
game: la prestazione è determinata dall’aero-
dinamica sviluppata nei mesi precedenti in
galleria del vento, dalle scelte di assetto degli
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ingegneri. I piloti professionisti di fatto devo-
no portare la macchina al traguardo con il
minor numero possibile di errori. Nel Motor
Racing ad alto livello, Nascar, F.1 e Le Mans,
siamo così dipendenti dalle simulazioni e così
poco allenati a reagire agli imprevisti, che di
fronte ad una “bandiera rossa”, alla “pace-
car”, alla pioggia, vedi spesso regnare la con-
fusione e assisti a banali errori di strategia,
proprioperchépochisonoabituatiadecidere;
e a quel punto il pilota in radio inizia a urlare
perché si sente solo e non compreso nei suoi
bisogni essenziali. I videogame professionali
sono così reali che i campioni delle competi-
zioni virtuali ricevono come premio una sta-
gione di corse vere e talvolta vincono!».
Il rapporto fra uomo e macchina ha
sempre affascinato l’uomo: quali pos-
siamo considerare gli antenati nobili
del simulatore?
«Ecco il temadi fondodi questo capitolo: l'in-
terazioneuomo-macchina.Mi viene inmente
l'uomo vitruviano o l’attrezzatura di scena dei
Momix: l’uomo all’interno di una rete tecno-
logica oppure l’uomo che grazie alla tecnolo-
gia potenzia il rapporto con la realtà. Bellissi-
mo e affascinante il tema del rapporto uomo-
macchina, esemplificato, negli scacchi, dal
confronto tra Re e Regina: la Regina compie
le stesse mosse del Re, ma in modo amplifi-
cato. Il Re è il Valore, la Regina è la potenza
della Tecnologia, la Tecnologia è come un
pantografo, la Tecnologia amplifica i movi-
menti ma non li snatura. Puoi sacrificare la
Tecnologia per vincere la partita. La Regina
puòmuovere tanto lontano finchéc’èunosta-
colo, a quel punto il suo potere si riduce a
quello di tutti gli altri pezzi.
L’ Ottocento è stato il secolo della rivoluzione
industriale e dell’entusiasmo dell’uomo di
fronte alle immense possibilità delle macchi-
ne. Il Novecento è stato il secolo del rapporto
conflittuale tra uomo-macchina; ricordiamo
il film “Tempi Moderni” di Chaplin, la lette-
ratura di Pirandello con “I quaderni di Sera-
fino Gubbio Operatore”, Steve Hawking
grande scienziato nella mente con un corpo
di vegetale, il robot Asimo pensato a immagi-
ne umana, il Golem della Cabbala ebraica,
gigante di argilla e servo potentema incapace
di pensare, con tutte le sue varianti Franken-
stein, Cyborg e Robocop. Illuminante per me
il recente film Avatar in cui da una parte il
Colonnello cattivousa lemacchine come pro-
lungadellapropriadisumanità,dall’altrapar-
te il mondo sub-umano si ribella e collettiva-
mente vince. L’uomo è passatodalla ruotadel
vasaio ai tronchi per trasportare i blocchi per
lepiramidi, al carro a trazione animale, al vei-
colo su cui trionfalmente è salito ed è riuscito
infine ad intasare gli spazi pubblici incui vive,