20 Lug [11:45]
Esclusivo
Da Costa: 'Da Michelin a Pirelli? Zero problemi'
Da Spielberg - Filippo Zanier
A fine 2012 sembrava il predestinato, il pilota che più di ogni altro era vicino a un debutto in F.1. Oggi le possibilità di vedere Antonio Felix da Costa al volante di una Toro Rosso nel 2014 sono ancora tante, ma la sua stella brilla meno intensamente. Appannato, per colpe non solo sue, nella stagione della F.Renault 3.5, il portoghese ha dovuto accettare di rimanere alle spalle di Kevin Magnussen anche nello Young Driver Test di Silverstone, in cui ha chiuso la prima giornata al terzo posto alle spalle proprio del danese e di Paul di Resta. Altri 19 giri la mattina del giovedì e poi Antonio è decollato in direzione Spielberg, dove lo abbiamo incontrato.
Magnussen davanti non solo nella F.Renault 3.5 anche nel test F.1. Ti pesa?
"Assolutamente no. So che il 90% delle persone guarderanno solo ai tempi del test, ma fortunatamente non si tratta di quelle che contano. Il team sa in che condizioni abbiamo girato e che programma abbiamo seguito, è del loro giudizio che mi devo interessare, non di altri. Comunque, giusto per darvi un'idea, abbiamo usato soltanto gomme dure, senza mai montare nemmeno un treno di medium. Non a caso, anche Ricciardo ha girato più forte con la Toro Rosso che con la Red Bull...".
Eri pronto al tipo di lavoro che avete svolto?
"Decisamente, anche perché si tratta di un lavoro praticamente identico a quello che normalmente faccio con il team al simulatore. Il programma era molto simile, il metodo di lavoro lo stesso. L'unica differenza, e non da poco, è che la macchina e la pista erano quelle vere!".
Sei dovuto passare dalla vettura top della F.1 alla F.Renault 3.5 in meno di 24 ore, è difficile per un pilota adattarsi a un cambiamento del genere?
"Lo avevo già fatto nel 2010, ed era stato ancora più traumatico perché ero passato dalla Force India alla F.3 per il GP di Macao. Comunque non è che sia così complicato, un pilota sa bene cosa può e non può fare a seconda della vettura su cui sale: se sulla F.Renault 3.5 frenassi con 160 bar di pressione come sulla Red Bull, dopo due curve avrei le gomme quadrate. Si tratta di cambiare impostazione mentale, e so come farlo. Già giovedì, mentre viaggiavo in aereo verso l'Austria, mi sono concentrato per recuperare a mente i riferimenti della F.Renault 3.5".
Anche a livello di squadra fai un altro bel salto. Passi da un team F.1 con decine di tecnici a una scuderia dove il tuo unico referente è il tuo ingegnere di pista. Che effetto ti fa?
"A lavorare in squadre di queste dimensioni sono abituato, è la F.1 che è fuori misura. Sinceramente è forse il lato che più mi colpisce dello Young Driver Test. Lavorare fianco a fianco con il migliore team del mondo, con i tecnici che nel corso della stagione si occupano delle vetture di Vettel e Webber, è pazzesco. Fino al weekend prima li senti parlare in radio con i piloti del Mondiale, e poi all'improvviso ci lavori fianco a fianco, è davvero gratificante. Pensare, poi, di averli aiutati nello sviluppo con il mio lavoro è pazzesco".
Anche tu sei passato dalle gomme Michelin della F.Renault 3.5 alle Pirelli della F.1, hai trovato difficoltà?
"Non direi proprio. La F.1 è troppo diversa da qualunque altra monoposto che un pilota possa guidare perché le gomme che si sono utilizzate nelle categorie propedeutiche possano fare qualche differenza (tesi spiegata anche da Magnussen nella precedente intervista, ndr). In F.1 è tutto diverso, e la cosa migliore da fare è farsi guidare dalla squadra nelle cose che non si conoscono. I consigli dello staff tecnico sono davvero vitali in un contesto così complicato".
Per il prossimo anno quali programmi ti aspetti?
"Non dipende da me, attendo gli eventi. So solo che devo sempre spingere al massimo".