Jacopo Rubino - Photo4Mentre è impegnata nel weekend del Gran Premio d'Ungheria, la Force India è entrata in amministrazione controllata: la notizia è divenuta pubblica nella serata di venerdì, dopo l'audizione programmata presso l'Alta Corte di Londra. Rich Energy, il marchio di bevande energetiche che da tempo ha cercato di acquisire il team, ha pubblicato un post molto critico su Twitter, definendo l'esito "tragico ed evitabile, orchestrato da Mercedes, Sergio Perez, Julian Jakobi (suo manager, ndr) e BWT". Ma come è andata veramente?
Come spiegato dalla Reuters, il procedimento è stato avviato proprio da una compagnia legata al pilota messicano, che giovedì aveva definito "critica" la situazione della squadra. Perez, insieme ai suoi sponsor, è creditore per circa 4 milioni di euro, a cui si sommano i 13 arretrati che spetterebbero alla Mercedes, fornitrice di motori e cambio ormai dal 2009.
La partecipazione alla gara di Budapest non è comunque a rischio, e le tempistiche (subito a ridosso della pausa estiva) servirebbero a minimizzare l'impatto dell'operazione. Anzi, MotorsportWeek traccia un quadro ottimista: potrebbe essere in effetti un piano condiviso da Perez, Mercedes e dal main sponsor BWT per garantire un futuro più sereno alla scuderia, costrigendo alla definitiva cessione l'attuale patron Vijay Mallya, braccato dalla giustizia indiana. In questo caso, il ritorno alla normalità dopo il pagamento dei debiti sarebbe piuttosto rapido.
L'ingresso in amministrazione controllata, quindi, non va a contraddire le parole pronunciate ieri dal direttore operativo
Otmar Szafnauer in conferenza stampa, che definiva "imminente" l'arrivo di nuovi investimenti. Anzi. Si è scritto del potenziale arrivo di Lance Stroll, con il padre Lawrence che rileverebbe una quota azionaria, ma in lizza ci sarebbe anche il milionario Dmitry Mazepin, padre di Nikita che corre in GP3 Series e ricopre già il ruolo di collaudatore. Peraltro, il giovane russo guiderà nei test della prossima settimana all'Hungaroring. Ma non sarebbero gli unici interessati.
Viene da fare un paragone con quanto accaduto nel 2014 alla Caterham, a sua volta entrata in amministrazione controllata e purtroppo costretta a chiudere i battenti nonostante i tentativi di salvataggio: la Force India sembra godere di basi più solide e di una certa attrattiva, vista la competitività in pista mostrata in questi anni.