World Endurance

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20 Giu 2016 [23:24]

I tempi non mentono
Straordinario Sausset, bravo Rusinov

Marco Cortesi

E’ andato vicinissimo a sfondare la barriera dei quattro minuti Frederic Sausset. Il francese, che con il progetto garage56 da lui sviluppato è diventato il primo quadriamputato a correre alla 24 Ore di Le Mans, ha completato diversi stint, senza tra l’altro risultare il pilota più lento dei prototipi. Con la sua Morgan LMP2 adattata, che comunque pagava in termini di prestazioni rispetto alle vetture di ultima generazione, ha preso sei secondi (su 13 chilometri) da Ed Brown, patron dell’Extreme Speed Motorsport e impegnato da anni nell’endurance.

Ma sono tante le storie che si sono incrociate, parlando di tempi, alle spalle dei team di vertice. In LMP1-L, Nick Heidfeld è stato il più veloce, a meno di tre secondi dal best lap dell’Audi di Marcel Fassler. Dieci i secondi di distacco ulteriori invece per la LMP2, in cui ha spiccato, oltre al giro veloce, anche il secondo miglior tempo.

Alle spalle di Roberto Merhi, recordman per il team Manor e atteso ad una grande prova visti i trascorsi in Formula 1, Roman Rusinov ha preceduto perfino il poleman René Rast, in vettura con lui per il team G-Drive. Un’ulteriore conferma dei miglioramenti del russo. A 11” dal miglior tempo Sir Chris Hoy. Un riscontro non velocissimo ma che va considerato alla luce della poca esperienza del Campione Olimpico di ciclismo su pista. Basti dire che ha eguagliato il miglior crono di John Pew, uno che ormai corre da anni nell’IMSA.

Se le Ford in “Pro” sono state le più veloci, relegando le Ferrari in media a mezzo secondo di distacco, nella GTE-Am è stato Matt Griffin il primatista. L’irlandese dell’AF Corse ha preceduto tanti colleghi dal grande potenziale a partire da Rui Aguas, continuando coi fratelli Taylor (che corrono con le pur “azzoppate” Corvette GTE-Pro) e con Pedro Lamy, “punta” della categoria per l’Aston Martin.

In termini invece di gentleman veri, ha impressionato David Heinemeier-Hansson, che a parità di vettura ha girato sugli stessi tempi di un “piede” come Adam Carroll. Il danese, ex hacker, inventore dell’ambiente di programmazione “Ruby On Rails” e ora imprenditore nel campo dell’informatica, è stato in GT il più veloce tra i professionisti.