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1 Ott [23:59]

La vita facile del ragionier Hamilton
Bottas in crisi, ma è solo colpa sua?

Stefano Semeraro - Photo 4

Lewis Hamilton è stato un corsaro tutta la vita, adesso rischia di vincere il suo quarto mondiale da ragioniere. Di sicuro sta mostrando buone doti come jettatore. «Vettel vuole vincere tutte le prossime sei gare? Buona fortuna, auguri!», ha detto giovedì scorso. Risultato: il GP più disastroso dell'anno per la Ferrari. Hamilton si è invece limitato ad amministrare il vantaggio, riuscendo con l'aiuto della concorrenza a incrementarlo ancora, da 28 a 34 punti. Non tantissimi, ma pesanti come il piombo se si considera che ora di gare alla fine ne mancano solo cinque.

Partito dalla pole, la sua 70esima in carriera, il fuoriclasse inglese alla fine si è accontentato di buon grado del secondo posto, senza rischiare più di tanto contro un Max Verstappen finalmente impeccabile, lucido in partenza, puntuale nel sorpasso con cui al 3° giro gli ha preso la scia e lo ha saltato netto, senza problemi, senza drammi, senza contatti e scorrettezze da parte di nessuno dei due. Persino senza troppa fatica.

«Forse avrei potuto dargli più filo da torcere, ma avrei rischiato», ha ammesso Hamilton nel dopo gara. «Max sapeva di essere più veloce di me e ha voluto prendere la testa appena possibile, potevo resistere, ma stavolta il mio obiettivo era portare a casa più punti che potevo. Sapevo che la Red Bull sarebbe stata forte qui, e anche la Ferrari andava 8 decimi più veloce; noi prima di Suzuka dobbiamo sederci e capire bene che problemi abbiamo avuto qui in Malesia. Anche se non è una novità che con le temperature alte soffriamo di più e andiamo meglio quando fa fresco».

Il discorso lucido, terra terra, di un campione fortunato (nell'occasione quasi miracolato) che pensava di dover contenere il passivo e che invece per le magagne altrui si ritrova in una posizione ancora migliore. E che guarda soddisfatto il risultato che appare, alla fine dei conti, sul display della calcolatrice. Il coraggio non lo ha perso di colpo – e del resto basta vedere con che prontezza fuori dalla pista si è schierato contro il Presidente Trump e a fianco degli atleti del football americano - ma la maturità gli ha regalato una giusta dose di realismo.

Un capitolo a parte è invece quello di Bottas, mestamente quinto per via della scelta di puntare sul nuovo pacchetto aerodinamico (scartato invece da Lewis), in piena involuzione dopo che sono cadute le (trasparenti) illusioni sul suo ruolo in Mercedes per quest'anno. Il suo compito sarebbe di portare i 'blocchi' a Vettel, guardando le spalle ad Hamilton, ma ormai non gli riesce neppure quello. «Ho provato quello che potevo, ma non avevo ritmo e la macchina scivolava», ha abbozzato.

«La partenza è stata la parte migliore della giornata, avrei anche potuto attaccare di più ma non sono riuscito a tenere il passo con gli altri, all'inizio per il troppo sottosterzo poi perché gestire le gomme era difficile. Abbiamo provato vari pacchetti aerodinamici, ma quello usato qui non ha dato i frutti sperati, io e la squadra dobbiamo chiarirci parecchie cose prima di Suzuka». Con la differenza che al ragionier Hamilton per ora i conti tornano perfettamente, mentre il fattorino di lusso Bottas stenta a stare al passo con le consegne. Ma resta da capire se la decisione di utilizzare il nuovo pacchetto aerodinamico sia stata solo sua o sia stata suggerita dalla Mercedes per avere un confronto in pista con le due diverse soluzioni.
RS Racing