13 Nov [13:10]
L'arroganza di Ocon,
la reazione di Verstappen
Massimo Costa
"Volevo solo cercarlo e chiedere perché, come è potuto accadere qualcosa di simile? Ma ha immediatamente risposto 'Sono stato più veloce di te' e l'ha detto con un tale sorriso sul suo volto...", queste le parole di Max Verstappen rilasciate alla televisione olandese. Parole che hanno aumentato l'ira del pilota Red Bull che ha così iniziato a spingere Esteban Ocon, il quale da doppiato lo ha speronato alla curva 2. Il tutto sotto gli occhi sorpresi di Brendon Hartley e Valtteri Bottas.
L'arroganza del francese è parsa subito visibile dalle immagini arrivate dal box dove era disposta la bilancia per il peso piloti a fine gara. E prima ancora, via radio, si era intuito che Ocon non aveva capito granché da quel che aveva combinato. Anziché chiedere scusa, anziché rendersi conto di avere impedito ad un collega di conquistare la vittoria del Gran Premio, Ocon ha provocato Verstappen, lo ha irriso. Un comportamento assurdo, già visto durante l'anno con Kimi Raikkonen a Baku, la scorsa stagione con Sergio Perez e se vogliamo addentrarci nel passato, ricordiamo quando colpì deliberatamente la vettura di Luca Ghiotto in fase di partenza nella gara finale della GP3 che avrebbe assegnato il titolo o al francese o all'italiano.
Cosa si nasconde dietro al viso gentile, ai modi educati, di Ocon? Un pilota che evidentemente non guarda in faccia a nessuno e che si sente sempre nel diritto di agire e comportarsi come gli pare, senza poi compiere quel gesto naturale di chiedere scusa quando si commette un errore, per di più grossolano ed evidente. Verrebbe da dire che Ocon e Verstappen si sono scambiati la personalità. Era infatti l'olandese il pilota che irrideva gli avversari dopo aver provocato contatti, che sfotteva colleghi come Sebastian Vettel. Non c'è dubbio, serve uno psicologo...
I due piloti domenica sono poi stati chiamati dai commissari, si sono parlati, si sono calmati e mentre tornavano ai box Ocon, alle spalle di Verstappen, lo ha chiamato e gli ha dato un cinque a mano aperta. Vicenda chiusa (forse), di certo sorprende che al francese siano servite due ore per comprendere l'accaduto...