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16 Gen [12:27]

L'evoluzione di Autotecnica
da preparatore a costruttore
raccontata da Daniel Flisi

Mattia Tremolada

La sfida di trasformare Autotecnica Motori da un’azienda specializzata nella preparazione racing di motori già esistenti ad una vera e propria casa di produzione in cui vengono pensati, disegnati e realizzati propulsori, ha nel corso degli ultimi quattro anni messo alla prova tutti i dipendenti di Casalmaggiore. Ma gli ottimi risultati ottenuti non sono passati inosservati, ponendo l’azienda all’attenzione di tutti gli addetti ai lavori del motorsport. Insieme a Daniel Flisi, in ATM da quasi 11 anni e oggi Chief Operations Officer, siamo andati a scoprire i retroscena di questa trasformazione e le nuove prospettive che ha aperto.

“Orgogliosamente posso dire di essere stato il primo dipendete di Autotecnica Motori, anche se il mio percorso è iniziato prima, con un tirocinio dell’Università di Parma. Ho avuto la fortuna di vedere tutta l’evoluzione dell’azienda. Quando sono arrivato ho subito affiancato Giovanni Delfino e Renzo Federici, i due soci fondatori del nuovo corso di Autotecnica, sui circuiti, prima di tutto per fare assistenza. Da quel momento ho assistito a tutta la crescita dell’azienda nel corso degli anni. Ho certamente avuto la fortuna di arrivare nel posto giusto al momento giusto, ma anche di trovare persone che hanno sempre creduto in me, dandomi autonomia e allo stesso tempo delle responsabilità. Ed è proprio questo che oggi cerchiamo di fare con tutti i nostri collaboratori, la maggior parte dei quali arrivano direttamente dall’università”.

Come sono i ragazzi che entrano in azienda?

“Abbiamo contatti con tutte le università del nord Italia ed in particolar modo guardiamo con un occhio di riguardo a chi ha partecipato alla Formula Student. Le università italiane sfornano ottimi talenti, molto appassionati e con tanta voglia di fare. Quando selezioniamo queste persone, diamo importanza non solo alle capacità tecniche, che sono ovviamente fondamentali, ma soprattuto ai valori che le contraddistinguono. Questo è un aspetto chiave che Giovanni e Renzo hanno trasmesso a noi dipendenti e che sta alla base di tutti i risultati ottenuti”.



Come si articola poi questo percorso all’interno dell’azienda ed in generale nel mondo dei motori?

“Autotecnica ha un potenziale incredibile, condensato e attuato in un’azienda di 45 dipendenti. Qui un giovane che arriva dall’università ha veramente l’opportunità di crescere dal punto di vista professionale, riuscendo a toccare con mano tutti i reparti produttivi, assistendo alla progettazione e alla realizzazione di un componente prima e all’assemblaggio sul motore dopo. Crescere in ATM significa anche condividere la filosofia aziendale che Giovanni Delfino ha curato nel tempo e che tutti i collaboratori hanno fatto propria. Un sistema fatto di grande attenzione per tutti i dettagli, ma anche di cura per il benessere dei dipendenti, e che si riflette nell’immagine dell’azienda, perfettamente identificata dalla nuova sede: un ambiente fatto di open space, dove la condivisione, la logica di team e la cultura aziendale giocano un ruolo fondamentale”.

Come accennavamo, sei passato da essere il primo dipendente di Autotecnica Motori a Chief Operations Officer. Portaci nella tua quotidianità.

“Il mio ruolo oggi è molto trasversale e si collega a tutti i reparti produttivi di Autotecnica, da quello CNC al reparto di assemblaggio, passando per quello di sperimentazione fino ad arrivare all’ufficio tecnico. Cerco di essere un collante, sempre a supporto di tutti i reparti aziendali e di favorire il normale percorso di tutte le attività legate alle nostre operations”.

Come si coordinano le attività di progettazione e le operazioni di un'azienda di motori?

“Negli ultimi anni ATM ha avuto una crescita continua e repentina, con una evoluzione molto rapida di anno in anno. Da preparatori di motori da competizione, prevalentemente concentrati su propulsori già esistenti e derivati dalla serie, oggi siamo veri e propri costruttori. Il nostro business è quindi radicalmente cambiato, così come sono cambiate le difficoltà, le dinamiche, il numero di collaboratori e ovviamente le necessità dei clienti. La crescita è stata molto rapida e la principale sfida per tutto il team è quella di stare al passo con questo continuo cambiamento”.



“Tutto questo è anche molto stimolante. Nel momento in cui ci sono cambiamenti così rapidi e motivanti, diventa fondamentale lavorare insieme per un obiettivo comune. Siamo un’azienda molto giovane, ma i ragazzi del nostro team sono tutti specializzati. È molto importante aiutarli a seguire questo tipo di cambiamento facendo forza sulla nostra cultura organizzativa, che deve seguire il passo con l’evoluzione del business. Non è semplice trovare l’equilibrio tra questi fattori, ma tutti diamo il massimo ogni giorno, remando nello stesso verso e concentrati su un obiettivo comune, ovvero quello di fare il bene di Autotecnica Motori e dei nostri clienti”.

Qual è la mission di ATM nel supporto in pista e nella racing experience di tutti i propri clienti?

“La nostra mission è centrata al 100% sulle necessità del cliente e sul realizzarle con rapidità ma tenendo standard di qualità e attenzione altissimi, perché nel motorsport è questo che ci si aspetta. Negli anni abbiamo cercato di mantenere alta l’attenzione verso la cultura organizzativa per garantire ai clienti rapidità e allo stesso tempo qualità ed attenzione. Tutto questo è possibile solo perché ogni singolo collaboratore ha una passione incredibile e senza di loro non saremmo arrivati dove siamo oggi”.

Hai accennato all’importanza della rapidità. Quanto è fondamentale nel mondo dei motori?

“Emblema della rapidità e della prontezza richieste in questo mondo sono le scelte che gli ingegneri devono fare al muretto box durante una gara, specialmente nei momenti caldi come quello in cui entra in azione la safety car per fare un esempio. Tutto nel motorsport funziona a quel ritmo. Quando si presenta un problema, è fondamentale trovare una soluzione in tempi strettissimi. La vera difficoltà è nel cercare di coniugare rapidità e qualità. È lì che sta il valore aggiunto dei nostri tecnici”.



Quali sono le differenze e le affinità tra le due anime di Autotecnica Motori: la trasformazione di motori da competizione e la nascita da zero di un motore V6 fatto completamente in casa?

“Nel corso degli anni in ATM abbiamo creato delle vere e proprie business unit, che hanno dato origine a nuovi reparti. Ad esempio, qualche anno fa non avevamo un reparto CNC, né avevamo mai pensato di avere un reparto produttivo interno. Oggi abbiamo un reparto produttivo con 4 macchine CNC, che probabilmente diventeranno sei nei prossimi mesi. Discorso simile per il reparto elettronico, che oggi costruisce prototipi, cablaggi e crea un ulteriore valore aggiunto. Allo stesso modo siamo passati ad essere produttori di motori. Dal 1977 al 2019 Autotecnica Motori ha sempre preparato e lavorato motori esistenti derivati dalla serie. In piena pandemia da Covid-19 però, ha preso forma l’ennesima scelta strategica imprenditoriale vincente di Giovanni Delfino, che ha trasformato un momento di instaiblità e scarse garanzie in un’opportunità, decidendo di intraprendere questo nuovo percorso che ci ha portato alla progettazione e alla produzione di un motore V6 completamente nostro. La prima accensione al banco di un motore interamente pensato, progettato e costruito in Autotecnica è stata un momento indimenticabile e bellissimo per tutti noi”.

Com’è cambiato il business di Autotecnica Motori da quel momento?

“La nascita del V6 ha portato all’arrivo di nuovi clienti, aprendoci nuove opportunità. L’interesse verso questo nuovo motore e verso tutte le sue possibili evoluzioni si è dimostrato da subito altissimo. Tutta l’esperienza maturata prestando assistenza in Formula 4, GT e TCR è stata fondamentale, ci ha garantito delle solide fondamenta e un know how tecnico ed organizzativo che ci ha permesso di farci trovare pronti nel momento in cui abbiamo dovuto cambiare passo, ampliando il panorama delle attività dell’azienda. Alle nostre attività tradizionali si sono aggiunte nuove sfide, che richiedono di lavorare a progetti molto ambiziosi con standard di qualità altissimi e tempi ristretti. Ottimi risultati sono già stati raggiunti in questo nuovo vastissimo panorama, ma non ci accontentiamo mai, vogliamo sempre fare meglio e alzare l’asticella ed il 2024 sarà in questo senso un anno ricco di grandi sfide”.
gdlracing