12 Mar [21:33]
Wickens e Rossi
spiegano il contatto di St.Pete
Marco Cortesi
Sono diverse e (ovviamente) inconciliabili le opinioni sull’incidente che ieri, nella tappa d’apertura dell’IndyCar, ha messo fuori gioco Robert Wickens, che da rookie aveva dominato la seconda parte di corsa dopo aver preso la pole. L’attacco di Alexander Rossi all’ultimo re-start ha innervosito molti (a partire dal canadese) anche se Wickens ha usato cautela nelle prime dichiarazioni.
“Non volevo davvero difendere in modo troppo aggressivo perché fuori traiettoria c’erano tante marbles. Ho pensato che Alex ci avrebbe provato, cosa che è successa. Gli ho dato lo spazio necessario all'esterno. Ho frenato più tardi possibile, ma ho impostato tranquillamente la curva. Poi c’è stato il contatto e sono finito a muro. Ho chiuso la mia giornata a un giro dalla fine.”
Ad infastidire Wickens è stata anche la procedura della safety-car. Si è infatti deciso di ripartire con un giro di anticipo, praticamente subito dopo il problema con Chilton, e, nonostante gli avvisi dai box, la vettura che comandava il gruppo non ha spento le luci. Tutto si è svolto molto più velocemente del solito, e probabilmente la procedura è sfuggita.
“È stato tutto un po' confuso. Mi è stato detto alla radio che stavamo per prendere la bandiera verde, ma non hanno spento le luci della safety-car, quindi non ho avuto il miglior re-start possibile. Anzi, probabilmente è stato il peggiore dell'intera giornata. Voglio in qualche modo parlare con i commissari per capire perché non hanno spento le luci.”
Rossi si è invece difeso spiegando di essere stato (secondo lui) spinto sulle marbles. “Sono entrato e Robert ha difeso la posizione, cosa che aveva il diritto di fare, ma nel far ciò mi ha fatto finire sulle marbles già quando ero in curva. Considerato quanto queste macchine scivolino anche in traiettoria, quando passi sullo sporco diventa un problema.”
A Rossi spiace però più di non aver vinto che di aver messo fuori gioco un avversario. “Sono cose che non vorresti accadessero mai. Fa male perché so che avrei potuto vincere e lui avrebbe potuto chiudere secondo. Nonostante tutto, il team ha fatto un ottimo lavoro per tutto il weekend.”
L’americano ha anche confermato di non aver avuto scelta, secondo il suo modo di vedere, e ha messo in luce un altra problematica procedurale: “Normalmente non consentono il push-to-pass al re-start, ma a causa della decisione di dare il re-start così in fretta è stato ammesso. Mi è stato detto tra curva 13 e 14 e ho avuto un'ottima partenza. Robert è arrivato abbastanza tardi. Sapevo che non ci sarebbero state molte altre opportunità…”
Comunque, anche il controverso finale di St. Petersburg ha contribuito alla spettacolarità della corsa, e tutti guardano ora al prossimo appuntamento di Phoenix.