Mattia Tremolada
Chi meglio di Andrea Kimi Antonelli avrebbe potuto illustrarci le principali differenze tra le monoposto di prima e seconda generazione di Formula 4. Il 15enne bolognese ha infatti avuto modo di conoscere a fondo prima la Tatuus F4 T-014 e poi la nuova Tatuus T-421. La carriera di Antonelli è infatti iniziata con la monoposto di prima generazione nel settembre 2021, con il debutto nell’appuntamento di Spielberg del campionato italiano di Formula 4 e la partecipazione alle ultime tre tappe della stagione con il team Prema. Un primo successo nella classifica riservata ai rookie in Austria ha preceduto altri due podi di classe al Mugello e una tripletta tra i rookie a Monza, dove Antonelli ha anche conquistato tre podi assoluti in condizioni meteorologiche avverse.
Il fine settimana del 12 dicembre Antonelli ha poi battezzato la T-421 al proprio esordio conquistando la pole position nell’appuntamento extra campionato della Formula 4 UAE, disputato nella cornice del fine settimana del Gran Premio di Abu Dhabi di Formula 1. Antonelli ha chiuso la corsa in terza posizione, ma l’appuntamento con il primo successo assoluto è stato rimandato solo di un mese, quando si è imposto nelle due manche inaugurali del campionato, sempre sul circuito di Abu Dhabi. Lo stato di forma iniziato nella serie invernale degli Emirati Arabi è poi proseguito in Europa, dove, grazie a 15 vittorie in 21 corse, Antonelli si è portato al comando dei campionati italiano e tedesco di Formula 4.
“Le differenze tra le due macchine sono parecchie, a partire dal sistema halo, che alla guida non dà fastidio - esordisce Antonelli - Questo rende la nuova macchina più pesante rispetto alla precedente, ma la maggiore aerodinamica compensa questo deficit. Sulla nuova Tatuus il fondo è infatti più lungo e garantisce maggiore aderenza specialmente nei curvoni veloci. La potenza è aumentata e si sente soprattutto in allungo, ma la differenza maggiore sono i freni, che ora sono molto più potenti. La frenata è diventata più facile e bisogna fare meno picco inizialmente. In compenso è un po' più difficile modulare il rilascio e il rischio di bloccare la ruota interna è aumentato”.
Hai dovuto adattare il tuo stile di guida per essere competitivo con la nuova vettura?
“La nuova macchina di base è un po’ piú sottosterzante rispetto alla vecchia, ma non è stato necessario stravolgere il mio stile di guida per andare forte e mi sono trovato subito bene, anche perché a mio avviso è un po’ più facile da guidare. Mi piace molto il comportamento di questa macchina, più della precedente, anche se è più pesante e al momento più lenta sul giro secco. Essendo più pesante anche il consumo gomme è aumentato e quindi bisogna saper gestire anche questo aspetto. Credo sia positivo perché poi anche in futuro dovremo confrontarci con la gestione delle gomme nelle categorie superiori”.
Credi che le gare disputate negli Emirati siano state fondamentali per essere così competitivi in Europa?
“Sono state molto importanti perché siamo riusciti a lavorare sulla macchina e a trovare un buon set-up. I risultati sono evidenti perché tutto il team Prema sta facendo la differenza sugli altri proprio grazie al lavoro fatto negli Emirati, che ci ha permesso di arrivare ben preparati alla prima gara europea. Per quanto mi riguarda già l’anno scorso avevo finito bene la stagione con tre podi a Monza che mi avevano motivato molto e avevo tanta voglia di scoprire la nuova macchina e di trovare subito il giusto feeling”.
La prima parte di stagione è stata segnata dalla rivalità tra te e Rafael Camara. Ti aspetti una volata a due per il titolo o vedi qualcun altro in grado di inserirsi nella lotta?
“Credo che verso il finale di stagione le altre squadre si avvicineranno a noi, proseguendo il lavoro di conoscenza e sviluppo della macchina. Noi al momento siamo messi molto bene, ma stiamo ovviamente proseguendo il lavoro di sviluppo a nostra volta. Penso che Camara rimarrà il mio principale rivale e che nella seconda parte di stagione la sfida sarà sempre più equilibrata. Anche Alex Dunne potrebbe ritornare in gioco se il suo team dovesse riuscire a fornirgli una vettura più competitiva”.
Far parte del programma junior di un team di Formula 1 come la Mercedes quanto ti aiuta o, al contrario, quanta pressione ti mette?
“Da parte loro, in Mercedes cercano di non mettermi pressione, anche se quando abbiamo firmato il contratto hanno detto che si aspettano dei risultati. All'inizio sentivo la pressione e faticavo a gestirla, ma sto imparando a controllarla e anzi a trasformarla in motivazione. Far parte di un Academy è molto bello ma hai tanti occhi puntati su di te e devi farci l’abitudine. La Mercedes mi aiuta tanto e ogni fine settimana c’è una persona che mi segue a livello fisico in pista”.
La prossima tappa del campionato italiano sarà a Spielberg, dove nel 2021 hai fatto il tuo esordio in monoposto. Rispetto ad un anno fa, quanto sei cambiato?
“All’esordio di Spielberg il mio errore è stato che volevo fare troppo per dimostrare subito tutto il mio valore e questo mi ha portato ad esagerare e a raccogliere meno di quanto potessi ottenere. Da quel momento è iniziato un percorso di crescita costante e continua, che prosegue ogni volta che salgo in macchina. Sono cresciuto tanto mentalmente, c’è ancora del lavoro da fare nella gestione delle gare ma siamo sulla buona strada”.
Negli ultimi appuntamenti sei sembrato quasi imbattibile, sotto quali aspetti puoi ancora crescere?
“Credo che posso crescere ancora a livello mentale, soprattutto nella gestione delle sessioni più complicate. Ad esempio, nelle qualifiche di Vallelunga, anche se ho fatto due pole, non ho guidato bene, facendomi innervosire dal traffico. Anche a livello di guida posso ancora fare un un bel salto in avanti, sento che c’è margine di miglioramento”.
Intervista tratta dal Magazine Tatuus
https://www.italiaracing.net/mag_tatuus/2022_0001/ita/index.html