26 Dic [16:06]
GP F.1 di Monza 2018 a rischio
Ecco perché e cosa sta accadendo
Massimo Costa
Mai fidarsi dello Stato. Già, sembra una banalità, ma quello che sta accadendo per il futuro della F.1 a Monza non è per nulla simpatico. Anzi, un vero incubo, che ha fatto trascorrere il Natale con molte preoccupazioni a tutte le persone coinvolte, in primis il presidente dell'ACI Angelo Sticchi Damiani. Cos'è accaduto? In una intervista al Corriere dello Sport, Sticchi Damiani ha rivelato che un emendamento alla Legge di Bilancio doveva sottrarre l'ACI alle norme della Legge Madia che riguarda gli Enti a partecipazione pubblica. Ma questo, pochi giorni prima del Natale, non è avvenuto. L'ACI, proprietario al 75 per cento della SIAS che gestisce il circuito di Monza e dal 2016 ente che organizza il Gran Premio d'Italia, per questa svista politica è come fosse una qualsiasi municipalizzata benché non riceva alcun contributo dallo Stato.
Come conseguenza, l'ACI dovrà sottostare alle regole dell'Antitrust il quale dovrà giudicare se l'ingresso dell'Automobil Club d'Italia nella acquisizione dell'autodromo di Monza abbia rispettato le regole di mercato. Sticchi Damiani ha dichiarato al Corriere: "Non ci dormo la notte. Se l'Antitrust, che non ci è mai stato favorevole, dovesse dire di no che facciamo? Lo Stato ci ha chiesto un intervento per salvare il Gran Premio d'Italia, noi lo abbiamo fatto, ma ora ci deve fornire gli strumenti per operare. Abbiamo chiuso il 2017 con un pesante passivo di bilancio e lo sapevamo, però dobbiamo fare in modo che i i soldi spesi per la F.1 si trasformino in un investimento. Monza non può limitarsi a organizzare il GP, si deve muovere con spirito imprenditoriale. Per cui mi appello allo Stato, non chiediamo un sostegno economico, ma regole che non ci leghino mani e piedi nel fare business".
Di colpo il futuro della F.1 a Monza è diventato problematico, ma la soluzione sarebbe molto semplice: il Governo dovrebbe intervenire creando una legge ad hoc per rimediare alla propria svista. Ma lo farà? Sticchi Damiani è seriamente preoccupato e la decisione della RAI di non trasmettere la F.1 in chiaro non lo sta di certo aiutando: "È sicuramente un danno per noi perché non farà che allontanare gli sponsor dall'evento". Il presidente ACI, per mantenere la F.1 a Monza, ha firmato con Bernie Ecclestone un contratto di 68 milioni di dollari, procurando un debito enorme: "Qualcuno potrebbe chiedermi perché ho firmato un accordo simile, ma che alternative avevo? Può darsi che Bernie bluffasse, ma potevo rischiare? Liberty ha sempre sostenuto che a Monza ci tiene, Ecclestone invece era molto più freddo".
Dunque, la situazione è delicatissima. Liberty Media ha modificato la procedura di riscossione. Se Ecclestone dopo aver tirato la corda sul prezzo, aspettava la disputa della gara monzese prima di riscuotere il dovuto, i nuovi proprietari della F.1 hanno inviato la procedura di pagamento ancora prima che iniziasse il mondiale, ovvero a marzo. E il GP italiano si è svolto a settembre... "Ma io capisco e giustifico Liberty", spiega Sticchi Damiani, "la coperta è corta, loro si sono svenati per comprare la F.1 e ora devono rientrare dall’investimento. il guaio è che noi organizzatori non ce la facciamo. Stiamo provando a discutere non sul costo perché non sarebbe corretto, ma sugli spazi a nostra disposizione e sugli introiti extra che devono essere divisi in maniera più equilibrata".