Jacopo RubinoDue Leclerc davanti a tutti in una gara di Formula 1, compagni di squadra in Ferrari. Immagine suggestiva, a cui per qualche minuto abbiamo assistito durante il
Gran Premio virtuale di domenica sulla pista di Melbourne: mentre Charles era leader indisturbato, involandosi verso la vittoria, il fratello minore Arthur nelle fasi iniziali occupava la seconda posizione. Ma potrà mai accadere qualcosa del genere nella realtà?
Dipende soprattutto da come si evolverà la carriera di Arthur, classe 1999. Del resto Charles è diventato in fretta un top driver del Circus, che alla prima stagione sulla Rossa ha conquistato due vittorie (a Spa e a Monza) e ha siglato più pole-position di chiunque altro. Inoltre ha già rinnovato fino al 2024 con la scuderia di Maranello, che lo considera il perno del proprio futuro. Nel frattempo, Arthur è appena entrato nella Ferrari Driver Academy, come Charles nel 2016. Il più giovane dei due monegaschi sarà al via della Formula Regional con il team italiano Prema, e ha ottime possibilità di giocarsi il titolo. Sarebbe un risultato fondamentale per alimentare il sogno di raggiungere il fratello sulla griglia di F1, ma perché ciò si verifichi ci vorranno almeno due o tre anni, nella migliore delle ipotesi.
"È normale che io venga paragonato a Charles, ma abbiamo percorsi differenti. Io ho iniziato abbastanza tardi", spiega Arthur. La sua gavetta non è stata rapida e folgorante come quella del fratello maggiore, soprattutto per motivi economici. Seguito a sua volta da Nicolas Todt a livello manageriale, nel 2018 ha finalmente esordito in monoposto disputando la F4 francese. Si era avverata la promessa del padre Hervé, scomparso qualche mese prima: alla fine ha chiuso quinto in classifica generale, con due successi festeggiati a Nogaro e Magny-Cours. Quindi il salto nella F4 tedesca, più competitiva, terminando terzo assoluto nella classifica 2019. Il momento più bello? Senza dubbio
a Hockenheim, nell'evento a contorno del GP di Germania: non era mai accaduto che i due fratelli Leclerc corressero sulla stessa pista nello stesso fine settimana, e Arthur è riuscito a trionfare in gara 2. Ad accoglierlo per primo in parco chiuso, ovviamente, non poteva che essere Charles.
"In pista sono da solo, devo restare concentrato su me stesso, non contano mio fratello o altre cose del genere. Devo lavorare su di me per continuare a crescere", ribadisce Arthur, che definisce un sogno l'ingresso nella FDA. "Un'opportunità incredibile" che è chiamato a sfruttare. Se un giorno si ripeterà davvero quanto visto in quei primi giri del GP digitale, con le due Ferrari guidate dai Leclerc in testa, è decisamente troppo presto per dirlo. Intanto Arthur ammette: "Devo imparare l'italiano".