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7 Apr [11:23]

Effetti della crisi Coronavirus,
anche la F1 ferma parte dello staff

Jacopo Rubino - XPB Images

Non solo i team, McLaren, Williams e anche Racing Point: la stessa Formula 1 è costretta a mettere in congedo i suoi dipendenti in risposta alla crisi Coronavirus. È uno dei segnali più chiari su quanto sia delicato questo momento per l'economia del motorsport, nella speranza di poter ripartire al più presto. I principali dirigenti del Formula One Group, tra i quali c'è ad esempio il responsabile sportivo Ross Brawn, hanno concordato un taglio salariale del 20 per cento. Per dare il buon esempio, invece, il boss Chase Carey ridurrà la propria retribuzione in maniera ancora più significativa.

Sono circa 500 le persone a libro paga della F1 nelle due sedi britanniche di Londra e Biggin Hill, un numero peraltro cresciuto in maniera significativa dopo l'acquisizione del campionato da parte di Liberty Media. Sarebbe metà dello staff, per adesso, ad essere oggetto delle misure di emergenza previste fino a fine maggio.

Come più volte spiegato, l'attuale fase di stallo può portare a grosse conseguenze finanziarie per il Mondiale: senza gare non arrivano i proventi dall'iscrizione dei circuiti al calendario, dai diritti televisivi e dalle sponsorizzazioni. E quindi Liberty non incassa i premi che vengono poi distribuiti fra le scuderie in base alla classifica dell'anno precedente. Il sistema si regge così. Rimane da effettuare una parte pagamenti frutto dei guadagni della stagione 2019, su un totale intorno al miliardo di dollari. Ma più avanti i nodi verranno purtroppo al pettine, e si ripercuoteranno sul 2021. Da qui tutte le iniziative deliberate insieme ai team per contenere i costi, ad esempio rinviando il cambio di regolamento tecnico al 2022.

Senza dimenticare che, inevitabilmente, la F1 in queste settimane ha visto calare drasticamente il proprio valore azionario in Borsa: dall'esplosione dell'epidemia COVID-19 il prezzo delle azioni è sceso del 50%.
RS Racing